Lavoro e professione

Relazione sull'intramoenia, Anaao: «Un incasso importante per il Ssn, ma va liberata da lacci e lacciuoli»

I dati sull'attività intramoenia 2012 resi noti dal ministero della Salute nella sua relazione al Parlamento (anticipata su questo sito: VEDI ) mostrano una sostanziale tenuta degli introiti economici, assestandosi a circa 1,228 miliardi di euro rispetto a 1,257 del 2011, pur in un contesto economico difficile per le famiglie italiane.

Secono il sindacato si conferma il dato, più volte evidenziato dall'Anaao Assomed, di «un importante incasso di risorse da parte delle aziende sanitarie, circa 219 milioni di euro, a cui sono da aggiungere le trattenute fiscali per lo stato calcolabili in 400 - 500 milioni, essendo tassata questa attività con aliquote marginali elevate».

L'attività intramoenia rappresenta quindi secondo l'Anaao non solo una fonte rilevante di finanziamento e di flusso di «denaro fresco per le casse esangui delle aziende sanitarie, ma anche una modalità importante per intervenire nel ricco mercato della spesa sanitaria out of pocket valutabile secondo recenti dati Censis in circa 30 miliardi».

«Le aziende sanitarie - commenta il sindacato in un comunicato - mettono a disposizione strutture dotate di elevati standard di sicurezza e l'opera di professionisti la cui crescita culturale e qualità nei processi diagnostico/terapeutici è garantita dal Ssn, i cui esiti clinici sono considerati tra i migliori dei Paesi Ocse. Tutto ciò non può che avere ricadute positive nel complesso mercato sanitario out of pocket, particolarmente in termini di appropriatezza ed efficacia delle prestazioni erogate».

L'Anaao auspica che l'intramoenia dei professionisti dipendenti del Ssn «venga liberata da lacci e laccioli regolamentari che oggi rischiano di soffocarla, puntando inoltre ad una netta riduzione degli oneri economici aggiuntivi che gravano sulla tariffa pagata dall'utente (5% per la riduzione delle liste d'attesa; 5% per i fondi aziendali; etc) in modo da arrivare a tariffe finali competitive rispetto agli erogatori privati di prestazioni sanitarie».

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