Lavoro e professione

Stangata Antitrust sul divieto di pubblicità, Fnomceo fa muro e decide di «resistere»

«Il Comitato centrale della Fnomceo, riunito a Piacenza, nel prendere atto della misura adottata dall'Antitrust, ha deciso di resistere presso le sedi giurisdizionali previste dall'ordinamento. In queste sedi, la Federazione riproporrà i profili giuridici delle questioni già rappresentate, che poco o nulla hanno rilevato nel procedimento istruttorio e nell'esile confronto delle parti che ha preceduto la sanzione, pressoché annunciata».

Dopo la stangata da 800 milioni con cui l'Autority ha sanzionato la Fnomceo per «intesa restrittiva della concorrenza», la Federazione annuncia battaglia: «Vogliamo sin da subito ribadire, nel pieno rispetto dei ruoli istituzionali di ognuno e di tutti, che mai abbiamo inteso emanare un Codice contra legem, ma neppure accetteremo che siano altri a scrivere il nostro Codice», si legge nel comunicato emanato alla fine del Consiglio nazionale di sabato.
La Federazione rivendica la propria autonomia deontologica: «Al di là dello stretto merito giuridico, questa vicenda esalta una questione fondamentale: e cioè la libertà e l'indipendenza della Deontologia professionale, che trova il suo caposaldo etico e civile nella tutela dei Diritti dei cittadini – in questo caso la Tutela della Salute – definiti fondamentali dalla nostra Costituzione. E ciò in un contesto di Diritto comunitario che non distingue, all'interno del Mercato, le tipologie e le specificità dei diversi servizi. Crediamo invece che tale questione vada posta, non certo per difendere interessi corporativi, ma per meglio tutelare i Diritti dei cittadini, soprattutto laddove insistono asimmetrie informative fondanti scelte consapevoli.

«Non siamo ostili alla pubblicità sanitaria e alle positive ricadute nel migliorare l'offerta di servizi e la libertà di scelta - precisano dalla Federazione -. Vogliamo però, nello spirito e nella lettera del nostro mandato istituzionale, contrastare fenomeni e abusi di un'attività informativa e comunicativa che, come scritto nel nostro Codice 2014, sia "accessibile, trasparente, rigorosa e prudente" (art. 55), "veritiera, obiettiva, pertinente e funzionale all'oggetto dell'informazione, mai equivoca, ingannevole e denigratoria" (Art. 56). Ed è per questo che "non sono consentite forme di pubblicità comparativa sulle prestazioni" (art. 56) né "forme di pubblicità promozionale finalizzate a consentire la commercializzazione di prodotti sanitari" (art. 57). Tutto questo a noi pare essere un punto di equilibrio alto tra i contenuti del Diritto comunitario e quel ruolo di verifica e di vigilanza che la Legge ci attribuisce e che noi esercitiamo attraverso la Deontologia. Difendendo la nostra Deontologia, intendiamo difendere il diritto dei cittadini ad un sistema di cure accessibile, trasparente, efficace e sicuro».