Lavoro e professione

Formazione dei medici, come «vedere» gli abusi sui minori

di Federica Giannotta (responsabile Advocacye Programmi Italiadi Terre des Hommes)

Maria, 16 mesi, viene portata in pronto soccorso per una brutta "caduta". Le riscontrano 20 calli ossei, un po' troppi per una bimba che ha appena iniziato a camminare. Il pronto soccorso è quello della Clinica Mangiagalli di Milano, gli operatori la segnalano subito al SvSeD, il centro che si occupa di violenza domestica all'interno dell'ospedale e che da quest'anno registra anche i casi di maltrattamenti, oltre a quelli di violenza sessuale.

Il caso di Maria è esemplare, i calli ossei sono segno di passate percosse. Eppure la bimba è stata più volte dal pediatra, com'è che non se n'è mai accorto? Oppure, se ne ha mai avuto il sospetto, perché non l'ha segnalato ai servizi sociali?

Secondo il servizio 114 di Emergenza Infanzia, su circa 10mila richieste di aiuto negli ultimi 2 anni, la maggior parte riguarda situazioni di abuso e violenza. Pertanto il pediatra e il medico di famiglia hanno un compito e un ruolo molto importante. Riconoscere, segnalare precocemente una potenziale situazione di maltrattamento può prevenire ulteriori abusi su un minore e garantirgli la protezione di cui ha bisogno.

I segnali che inducono al sospetto non sono sempre facilmente rilevabili e il maltrattamento sui minori è un fenomeno ancora poco conosciuto da parte dei medici, perché finora la formazione su questo tema è stata lasciata alla sensibilità dei docenti delle varie discipline che formano il corso di laurea in Medicina e pediatria. Il resto è dato dall'esperienza di ogni giorno, in ambulatorio e in ospedale.

Nel 2013 un'indagine presentata da Terre des Hommes e Sbam Sportello bambino adolescente maltrattato della Clinica Mangiagalli, che aveva raggiunto 1.170 Medici di medicina generale e Pediatri di Milano, ha rilevato che il 66% aveva sospettato di essersi trovato di fronte a situazioni di maltrattamento o di abuso, ma solo il 51% lo aveva segnalato alle Autorità competenti. Tra i motivi addotti dai medici per la mancata segnalazione il non avere elementi di sospetto sufficientemente forti, il non saper a chi segnalarlo e come segnalarlo. Alcuni medici ci hanno detto di avere timore delle conseguenze di tale azione sul contesto familiare.

Ma non basta. Circa il 60% dei medici intervistati, inoltre, aveva risposto in modo sbagliato a domande riguardanti il riconoscimento di alcune delle patologie collegate al maltrattamento e all'abuso sessuale e il 90%, però, aveva ammesso di avere necessità di una specifica formazione in merito.
Da questa esigenza sono nati, grazie alla collaborazione dell'Ordine dei Medici di Milano, prima un Vademecum per l'orientamento di medici e pediatri nella gestione dei casi di maltrattamento (o di sospetto) a danno di bambine e bambini, che a partire dal capoluogo lombardo, sta per essere adattato a diverse Regioni italiane e poi il primo corso di perfezionamento in "Diagnostica del Child Abuse and Neglect" istituito dall'Università Statale di Milano, che partirà a novembre.

Destinato soprattutto a medici di Medicina generale e pediatri, il corso intende fornire una preparazione il più possibile completa del fenomeno del maltrattamento e degli abusi sui bambini, dalla loro diagnosi precoce alle modalità di presentazione dei casi di maltrattamento alle autorità competenti e delle migliori pratiche assistenziali e giudiziarie, partendo dall'esperienza di centri come quello dell'SvSeD, lavora in équipe con un pool di medici specialisti esperti (pediatra, ginecologi, medici legali), di assistenti sociali, di psicologhe, in modo da riunire le singole competenze per fornire supporto alle vittime e refertazione sanitaria alle autorità giudiziarie.

Di taglio per lo più pratico (metà delle ore di corso verranno dedicate alla simulazione di casi reali), questo corso vedrà la partecipazione di specialisti di fama nazionale e internazionale più frequentemente coinvolti in caso di sospetto di abuso e maltrattamento: medici legali, pediatri, ginecologi, neurologi/neurochirurghi, traumatologi, ematologi, oculisti, odontoiatri, neuropsichiatri infantili) e saranno approfonditi gli aspetti di diagnostica strumentale (neuroradiologia, radiologia standard, laboratoristici ecc.). Per maggiori informazioni visita la pagina: http://www.unimi.it/studenti/corsiperf/78976.htm


In Italia 100mila vittime. Pur molto diffuso il maltrattamento sui bambini è un fenomeno ancora poco conosciuto dalle istituzioni e dagli operatori titolati a contrastarlo. Non esiste ancora un database nazionale sui casi presi in carico per maltrattamento nonostante da oltre 10 anni il Comitato Onu per la Convenzione dei Diritti dell'Infanzia chieda al nostro Paese di dotarsi di un efficace sistema di raccolta dati. Terre des Hommes e Cismai hanno realizzato l'anno scorso un'indagine quali-quantitativa, che stima in quasi 100mila i bambini in Italia vittime di maltrattamenti e abusi, la maggioranza femmine.
È quindi indispensabile e urgente varare delle efficaci politiche di contrasto, anche perché, oltre ai gravi danni di salute mentale e fisica per il minore, il maltrattamento causa anche una spesa rilevante per la società, generando interventi di protezione o cura delle vittime, che si traducono in costi diretti per il bilancio pubblico. Un costo stimato in circa 13,056 miliardi di euro annui, ovvero lo 0,84% del Pil, secondo uno studio condotto dall'Università Bocconi e commissionato da Terre des Hommes nell'ambito della sua Campagna "indifesa", volta a garantire maggiore protezione alle bambine, che anche in Italia risultano essere più esposte alle diverse forme di patologia delle cure e agli abusi sessuali. Nel 2012 il 60% delle 5.103 vittime dei reati commessi e denunciati a danno di minori erano bambine e ragazze (dati Interforze elaborati per Terre des Hommes).