Lavoro e professione

Congresso Fimmg/ La relazione di Milillo: «Una chimera la sostenibilità del Ssn, ruolo forte per il ministero e conferma del numero chiuso a Medicina»

Porre tutte le prestazioni del Ssn a carico della fiscalità generale è una chimera oggi e tanto più lo sarà in futuro. Giacomo Milillo nella sua relazione al 70° congresso Fimmg di Santa Margherita di Pula comincia con una doccia fredda: «Purtroppo - spiega alla platea - dobbiamo prendere atto che non è mai stata realizzata, e tanto meno potrà esserlo in futuro, la sostenibilità di un Servizio sanitario nazionale che fornisca tutte le prestazioni di assistenza sanitaria necessarie alla tutela della salute ponendole ad esclusivo carico della fiscalità generale, cui tutti, in teoria, dovrebbero contribuire in proporzione al loro reddito».

Via libera quindi «a mutue o a società di mutuo soccorso o a Fondi integrativi alimentati da meccanismi di welfare contrattuale», si legge nella relazione, meccanisimi che spetterebbe al ministero della Salute rendere sinergici svolgendo una azione di promozione dell'appropriatezza.

Il secondo punto-chiave della relazione è poi il potenziamento del ruolo del ministero: si renderebbe «necessaria un'azione di regia e governo determinata attraverso un rafforzamento del ministero della Salute, naturalmente in stretta collaborazione con una Conferenza delle Regioni che da un lato sappia interloquire produttivamente con il ministero, ma dall'altro sappia autorevolmente guidare le singole Regioni a comportamenti fra loro coerenti». Regioni che andrebbero quindi "reindirizzate": «Siamo assolutamente consapevoli - precisa Milillo - della necessità di garantire le autonomie organizzative e gestionali indispensabili a permettere coerenza fra assistenza offerta e contesto socioculturale e orogeografico di ciascuna regione, addirittura di ciascuna azienda sanitaria, ma nello stesso tempo non possiamo accettare ciò che abbiamo osservato in passato: Regioni che improvvisano modelli organizzativi e criteri di assistenza ispirati alla creatività più spinta e repentinamente modificati in base alle convinzioni della maggioranza politica subentrante».

Terzo punto, il mantenimento del numero chiuso a Medicina. Perché è «dannoso rimuovere ogni sbarramento di accesso al corso di laurea in Medicina e chirurgia», perché comporterebbe un aumento «delle cattedre universitarie o per lo meno degli incaricati di insegnamento; degli abbandoni di studenti appartenenti a famiglie che intanto hanno inutilmente sostenuto gli alti costi; dei medici laureati parcheggiati in un limbo di disoccupazione assoluta, aspettando che gli si 'permettà di accedere a un corso di specializzazione; dei medici laureati che guardano alla specializzazione come soluzione occupazionale di sopravvivenza e non come momento formativo necessario a un inserimento, non dico garantito, ma almeno molto probabile».

Quarto: la farmaceutica. «Disturbante e compromettente l'aderenza terapeutica è stata ed è l'imposizione della sostituibilità - avvisa intanto Milillo - nata per condizionare dinamiche di mercato e non per gli interessi di salute dei cittadini». E sull'innovazione: «Dopo adeguate riflessioni, su proposta dell'Aifa, siamo ora impegnati nel reclutamento di circa 2000 colleghi disposti a sperimentare la formulazione diretta di piani terapeutici, non più delegati solo agli specialisti, per farmaci opportunamente individuati». Si tratta di una sperimentazione, «che prevede la compilazione telematica del Piano terapeutico, la cui procedura potrebbe inizialmente apparire come un ulteriore carico burocratico ma che in realtà è già la semplificazione di procedure precedenti e ulteriormente potrà essere semplificata e in parte automatizzata dai nostri gestionali.
Quel che conta è che questa collaborazione rappresenta un'opportunità per riappropriarsi di atti e responsabilità professionali che altra burocrazia cercava di sottrarci. C'è la massima collaborazione del sindacato alla riuscita di questa sperimentazione che, fra l'altro, ha registrato immediatamente una larga adesione dei singoli medici, a giudicare dalla velocità e numerosità delle candidature a partecipare.

Infine, ma non certo in ordine d'importanza, le trattative per il rinnovo dell'Acn (vedi anche intervista):«La Fimmg, più che mai compatta, ha le idee molto chiare su ciò che vuole introdurre», precisa Milillo. A partire dalla proposta di art. 1, «che dovrebbe dovrebbero essere il presupposto per uno sviluppo coerente dell'articolato». E nelle quali tra l'altro si legge: «Il MMG si qualifica come un professionista autonomo ai fini dello svolgimento di quanto previsto dal presente Accordo, in forma personale, ovvero aggregata, secondo le norme privatistico/civilistiche vigenti, anche all'esterno del SSN; al tempo stesso egli collabora continuativamente e coordinatamente all'espletamento della funzione dei medici di medicina generale secondo gli schemi del Ssn, in regime di finanziamento pubblico ed in adesione ai principi del D.lgs n. 502 del 1992 e s.m.i. per l'espletamento delle funzioni essenziali quali descritte nel presente Accordo, che ha carattere inderogabile».