Lavoro e professione

Anticorruzione e Ordini/ Nursind: «Ci battiamo per la trasparenza dell'Ipasvi»

di Andrea Bottega (Segretario Nazionale Nursind)

Sulla questione ordini-delibera dell'Anitcorruzione sembrerebbe che lo snodo cruciale sia, oggi, l'incompatibilità tra le cariche – a volte più di due – di Presidente dell'Ordine/Collegio e il mandato di parlamentare.
Desidero ricordare, per aver vissuto in prima persona questa battaglia nell'ambito infermieristico attraverso l'azione del sindacato Nursind, che l'origine della questione è da attribuirsi a un intervento della Presidente/senatrice Silvestro nei confronti di un'infermiera rea di aver chiesto ai collegi Ipasvi di "smetterla con l'omertà" cioè di essere opachi, poco trasparenti.

Questa richiesta ha avuto ampia eco all'interno della professione, nei quotidiani on line di settore e finanche nella stampa nazionale (si ricorda l'acceso dibattito con Cavicchi continuato per settimane tra le colonne de Il manifesto) e nel dibattito parlamentare (grazie ai deputati della commissione affari sociali del MoVimento 5 Stelle).

Il Nursind sulla questione trasparenza ha posto, attraverso ben due libri bianchi che, parafrasando l'iniziativa di Libera (iniziativa contro le mafie), abbiamo chiamato "Illuminiamo l'Ipasvi", 10 domande alla Federazione Ipasvi affinchè la casa degli infermieri fosse trasparente come qualsiasi altra pubblica amministrazione.

Abbiamo trovato delle resistenze fortissime nell'accesso a dati che dovrebbero essere pubblici e che già altri ordini pubblicavano nei loro siti.
Solo quest'autunno l'Ipasvi ha istituito nel proprio sito www.ipasvi.it l'area "Amministrazione trasparente" con una pubblicazione parziale dei dati.

Abbiamo richiesto altra documentazione ma nulla ci è stato dato. Abbiamo ricevuto copia di alcune delibere di spesa dell'ultimo congresso nazionale Ipasvi e abbiamo scoperto i costi esorbitanti per la professione di un evento di 3 giorni: più di un milione di euro!

All'appello manca ancora la chiarezza su alcune voci importanti quali, ad esempio, quella dei "progetti obiettivo" che distribuisce più di un milione e duecentomila euro e le singole voci di spesa dei consulenti.

La delibera Cantone afferma oggi che la battaglia per la trasparenza è una battaglia per la legalità che è condivisa da un'importante autorità nazionale, l'Anticorruzione.

All'interno del discorso trasparenza trova la sua ratio anche la questione incompatibilità. Certamente quest'ultima tocca principalmente gli interessi personali di chi è coinvolto (i senatori presidenti di ordini e collegi) ma ha anche risvolti che a caduta toccano le professioni rappresentate.

Per tale motivo c'è la nostra preoccupazione che la delibera dell'Anac non ponga la parola fine al dibattito. Anzi. Gli emendamenti presentati nel recente passato e le dichiarazioni di questi giorni lasciano piuttosto pensare il contrario: è in atto uno strenuo tentativo di resistenza all'applicazione di questa disposizione che lascia altri 20 di tempo all'attuazione della legge Severino e dei decreti legislativi correlati.

In particolare ci sono due provvedimenti in discussione (il ddl Lorenzin al Senato e il ddl Madia alla Camera) che potrebbero "correggere" questo obbligo per gli ordini e collegi.

Cosa farà dunque il Presidente del Senato e il Presidente del Consiglio dei Ministri che ha fortemente voluto il magistrato Cantone all'Anticorruzione? La giustizia si piegherà agli interessi dei pochi oppure si avrà il coraggio di tenere il punto (la delibera) e si richiederà il rispetto delle norme per tutti gli enti pubblici?

Il problema della rappresentanza professionale non è un problema da poco per gli infermieri. Avere una rappresentanza libera da interessi e una casa trasparente significa poter genuinamente contribuire alla crescita della propria professione nell'interesse dei cittadini che assistiamo. Se può sembrare poco…