Lavoro e professione

Medicina, matricole nel caos. Calabrò (Ncd): «Stop ai quiz cruciverba»

Numeri da caos, quelli del sovrannumero degli studenti delle facoltà di Medicina immatricolati dopo il ricorso al Tar. Solo in Campania si contano 600 in più alla Sun e 500 alla Federico II, dato, tra l'altro, forfettario in attesa dell'arrivo dei nuovi ricorsisti. Cifre che preoccupano i Rettori alle prese con difficoltà gestionali. «Ormai abbiamo sforato i criteri minimi richiesti dall'Unione europea per quel che riguarda il rapporto docente/ studente e numero medico/posti letto. Cifre che ci allontanano dall'Europa». E la preoccupazione di Giuseppe Paolisso, Rettore della Sun.

«Il test d'ingresso va senz'altro migliorato, ma il numero di medici in Italia va programmato, non possiamo diventare venditori di false illusioni, sfornando giovani che non troveranno occupazione», precisa Gaetano Manfredi, Rettore della Federico II.

Cifre che sembrano dare ragione ai difensori dell'accesso programmato e al gruppo di lavoro, coordinato da Raffaele Calabrò, membro della Commsssione Affari sociali della Camera, che si sono fatti promotori di un sondaggio effettuato in 5 licei napoletani e che ha coinvolto circa 250 studenti.

Che ne pensano gli studenti. Quanto alle potenziali e future matricole di Medicina, per il 36,67%, l'accesso programmato rappresenta una reale possibilità di mantenere un alto livello di occupazione, per il 33,33% è dettato dalla necessità di adeguarsi alle norme europee, mentre per il 30% serve a garantire una formazione adeguata.

Bocciato, invece, il sistema francese (per il 36,67% non si può importare un sistema di accesso dall'estero, mentre per il 40% è solo un modo per posticipare il test al secondo anno e per il 23,33% è fattibile solo con grossi investimenti capaci di aumentare l'accoglienza).

«Gli studenti chiedono, inoltre, un orientamento durante gli anni scolastici non più limitato a un giorno o una settimana e hanno iniziato a comprendere l'importanza che la formazione avvenga in modo adeguato», affermano Agostino Buonauro ed Emanuele Spina, dell'associazione giovani medici Campania.

«Fermo restando che il numero contingentato è un punto di non ritorno, l'attuale sistema non è inciso nella pietra, possiamo e dobbiamo migliorarlo, con una seria e moderna attività di orientamento nelle scuole perché università e scuola non possono essere più universi scissi. Basta con questi quiz cruciverba: è tempo di fare studiare i candidati su libri indicati dal Miur che vertano su materie scientifiche previste nei programmi ministeriali svolti durante la scuola superiore». Sono alcuni dei punti della proposta di riforma all'accesso alla facoltà di Medicina che ho elaborato insieme a un gruppo di esperti, afferma Raffaele Calabrò» (Vedi proposta allegata).

«È paradossale che il dibattito si stia concentrando sulla difesa di pseudo interessi delle corporazioni, mentre in realtà dovrebbe preoccuparsi di formare al meglio le migliori leve e ciò richiede, a risorse attuali, un numero contingentato nelle aule e nei policlinici, perché coloro che entreranno nelle sale operatorie, cureranno la nostra salute, decideranno qualità e prospettiva della nostra vita. E non c'è ragione di casta che regga!».