Lavoro e professione

Federsanità Anci e Fiaso: il management alla sfida della sanità futura

All'interno del IX Forum Risk Management in sanità, che si chiude oggi ad Arezzo, si sono riuniti, per la prima volta, più di 100 manager di aziende sanitarie pubbliche. L'assemblea nazionale dei direttori generali è stata fortemente voluta da Federsanità Anci e Fiaso (Federazione aziende sanitarie e ospedaliere) in un momento cruciale per il ripensamento degli assetti organizzativi del Servizio sanitario nazionale.

Proprio il ruolo delle aziende nel Ssn di domani è stato uno degli argomenti affrontati durante i lavori, a partire dalla convinzione che l'aziendalizzazione ha consentito, negli anni della crisi, di contenere i costi garantendo elevati i livelli di qualità dei servizi. «Sembra ci sia la convinzione – ha commentato Francesco Ripa di Meana – che si possano chiudere le aziende e governare la sanità a colpi di "editti" sui professionisti, riducendo la gestione alla mitica siringa della spending review». «Proprio in un momento come questo – ha proseguito il presidente Fiaso – nel quale si stanno per nominare decine di nuovi direttori generali e si annunciano accorpamenti e chiusure, vogliamo porre con forza il tema della necessità di fare chiarezza sul futuro delle aziende e sull'assetto del sistema».

Occhio ai nuovi bisogni.
Le nuove sfide poste dalla compressione dei budget disponibili, dalle modifiche normative intervenute, da ultimo, con il Patto per la Salute e dal costante aumento della cronicità non possono essere affrontate, secondo le due Federazioni in Assemblea, senza tener conto delle opportunità poste dai modelli della Chronic Care e della presa in carico globale del paziente. Come evidenziato dal Presidente vicario di Federsanità Anci Enrico Desideri, «le tecnologie innovative per il monitoraggio dei parametri vitali e per la profilazione dei pazienti a rischio rappresentano uno strumento imprescindibile per le aziende. Alla luce delle innovazioni tecnologiche, e normative, degli ultimi anni – ha concluso Desideri – si rende necessaria una sempre maggiore integrazione tra le aziende sanitarie e le realtà del territorio: dai Mmg agli hospice alle Case della Salute, passando per i servizi socio-assistenziali dei Comuni e delle istituzioni locali».

Discussione sui meccanismi di selezione dei direttori generali.
La previsione di istituire un albo nazionale di candidati ritenuti idonei alla funzione, all'interno del quale le Regioni possano poi attingere per la selezione, è stata giudicata come un'innovazione potenzialmente positiva, che potrebbe essere un segnale della rinnovata attenzione del livello centrale per la vita e il funzionamento delle aziende. Il professor Mario Del Vecchio ha sottolineato come una selezione nazionale su una base significativamente più stringente di quella assicurata dai requisiti minimi, in maniera da operare una prima "scrematura", potrebbe stimolare una maggiore focalizzazione dei processi regionali rispetto alle peculiarità dei singoli contesti, senza mettere in discussione la responsabilità ultima dei governi regionali nella nomina dei direttori generali. Secondo il docente dell'Università di Firenze «dopo più di 20 anni dall'inizio dell'aziendalizzazione siamo in presenza di uno stock di competenze ormai consolidato. L'albo nazionale può rappresentare una opportunità perché il ruolo di direttore generale non sia più considerato come una sorta di ricompensa, ma una professione il cui esercizio richiede competenze e qualità che possono essere descritte e apprezzate ex ante e non solo, eventualmente, giudicate ex post».