Lavoro e professione

Al via l'anno accademico del Campus Bio-medico

Solo il 3,7 per cento dei laureati del Campus Bio-medico ancora in cerca di occupazione a tre anni dalla fine degli studi: nove punti in meno rispetto alla media nazionale (12,7 per cento) e oltre 13 in meno rispetto a dato Istat su disoccupazione laureati tra 25 e 34 anni (17 per cento). Il presidente Barela ha sottolineato l'impegno, anche economico, per il costante miglioramento della qualità di ricerca e assistenza sanitaria del policlinico universitario. Intervenuto alla cerimonia il presidente Crui Paleari, che ha sottolineato l'urgenza di ripensare il modello di Università in base ai nuovi scenari nazionali ed europei. Al centro della Prolusione, le sfide per le Scienze dell'Alimentazione in vista dell'Expo 2015
Garantire ai neo-laureati le migliori possibilità d'inserimento nel mondo del lavoro, nonostante il contesto di diffusa crisi occupazionale, specialmente tra i giovani: è il concetto forte emerso dalla giornata d'Inaugurazione dell'Anno Accademico 2014-2015 dell'Università Campus Bio-Medico di Roma. Il XXII ciclo di studi è stato aperto ufficialmente oggi, nell'Aula Magna dell'Ateneo, dal rettore, Andrea Onetti Muda.
Nella sua relazione di apertura, il rettore ha parlato della "situazione di profonda crisi" che attraversa la realtà accademica italiana. «I numeri – ha spiegato il Rettore del Campus Bio-Medico – parlano chiaro. Nel nostro Paese, in dieci anni, gli iscritti ai corsi di laurea si sono ridotti di 58mila unità, nella fascia d'età tra i 24 e i 34 anni i laureati sono il 23 per cento, rispetto a una media Ocse pari al 38 per cento. […] Tutte le classifiche internazionali mostrano la marginalità degli Atenei italiani sulla scena mondiale». Come rispondere a queste difficoltà? Onetti Muda ha posto l'accento, tra l'altro, sul bisogno di «potenziare il rapporto con il mondo del lavoro».

Laureati occupati. I dati relativi al tasso di occupazione dei laureati del Campus Bio-Medico a tre anni dalla fine degli studi sono positivi: 95,2 per cento, con il 3,7 per cento ancora in cerca di occupazione. Rispetto alla media nazionale sono circa 14 occupati in più (dato nazionale: 81,1 per cento) e nove disoccupati in meno (dato nazionale: 12,7 per cento) ogni 100 laureati (fonte: Almalaurea per l'anno 2013). Ancor più evidente la forbice tra i numeri del Campus Bio-Medico e il tasso di disoccupazione ISTAT per i laureati tra 25 e 34 anni, pari al 17 per cento (-13,3 punti). Scendendo nel dettaglio, il 95,8 per cento dei neo-medici e il 94,3 per cento dei laureati in Ingegneria del Campus Bio-Medico di Roma risulta occupato a tre anni dalla discussione della tesi. Lo sforzo dell'Ateneo di formare professionisti pronti a un immediato futuro lavorativo è confermato dalle iniziative lanciate per valorizzare i risultati accademici degli studenti e favorire il loro contatto con potenziali realtà lavorative già durante il percorso di studi. Tra queste, il rettore ha citato «l'attivazione del Graduate Program sperimentale. Sarà un percorso di formazione che in cinque anni unisce Laurea Magistrale e Dottorato di Ricerca». Un quinquennio tra lezioni all'università e tirocini in azienda. «E soprattutto – ha aggiunto Onetti Muda – un percorso che prevede formazione aziendale in una percentuae molto più alta di quella assicurata dagli stage». Le imprese finanzieranno in tutto o in parte il percorso degli studenti con borse di studio, parteciperannoinsieme all'Ateneo alla selezione dei candidati e assicureranno loro l'apprendistato accademico all'interno della propria organizzazione.
Altro tassello delle attività volte a facilitare l'ingresso dei neo-laureati nel mondo del lavoro di cui ha parlato il Rettore, l'incontro periodico con le realtà imprenditoriali interconnesse con l'Ateneo attraverso un apposito comitato. «Vogliamo incrementare – ha auspicato Onetti Muda – il numero di aziende coinvolte nel nostro Comitato Università-Impresa». Al termine della cerimonia sono stati anche consegnati nove premi del valore di mille euro l'uno agli studenti più meritevoli di ogni Corso di Laurea. Un ulteriore segno tangibile con cui l'Università Campus Bio-Medico di Roma vuole valorizzare la preparazione e i risultati raggiunti dai propri studenti.

La struttura e l'impegno. L'Ateneo, che dispone di otto Corsi di Laurea suddivisi nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia e Ingegneria, ha registrato una crescita nel numero degli studenti, dal 2008, pari al 57 per cento e sfiora oggi quota 2mila (1.935). La metà dei frequentanti sono fuori sede, il 72 per cento si laurea in corso e il rapporto tra docenti strutturati e studenti è pari a 1/15. La cerimonia è stata aperta dal saluto del Presidente dell'Università, Felice Barela, che ha sottolineato l'elaborazione di un Piano di Indirizzo Strategico che avrà al centro il motto «più qualità, più persona». «Vorrei sottolineare – ha detto Barela – in modo particolare l'impegno a favore della Ricerca, che si traduce in alcune iniziative concrete: è stato definito un piano di investimenti in core facilities per oltre 900mila euro che è in fase avanzata di esecuzione. Un altro esempio è il bando interno per progetti strategici di ricerca, che si è chiuso pochi giorni fa. L'obiettivo di questo bando, che finanzierà al massimo tre progetti per un investimento totale di 500mila euro, è di favorire l'avvicinamento dei nostri ricercatori alle tematiche dei programmi europei Horizon 2020».
Altro accenno alla crescita del Campus Bio-Medico il Presidente lo ha fatto parlando del Policlinico Universitario, parte integrante dell'Ateneo. Evidenziando il successo dell'accreditamento internazionale alla Joint Commission International e ricordando la recente firma del Protocollo d'Intesa con la Regione Lazio, che prevede tra l'altro l'avvio del Pronto Soccorso alla fine del 2016, Barela ha aggiunto che «è arrivato il momento di fare un ulteriore passo in avanti in termini dimensionali».

L'università-laboratorio. In conclusione, Stefano Paleari, presidente della Conferenza dei Rettori delle Università italiane (Crui). ha ricordato come «l'epoca che viviamo ci presenta profondi cambiamenti e a questi non sono immuni i sistemi di alta formazione, tra cui le Università. Sembrano messi in discussione i confini temporali, quelli spaziali e quelli disciplinari. E l'Italia? La ricerca di un ecosistema nazionale fra Università appare quanto mai auspicabile, con le Istituzioni di Governo che non ne possono più prescindere. L'esperienza del Campus Bio-Medico va in questa direzione. Questo Ateneo, infatti, è in qualche modo un'università-laboratorio sia perché punto d'incontro tra ‘ingegnerie' e ‘medicine', che per le dimensioni ridotte, che non sono necessariamente un limite, ma anzi possono garantire maggiore flessibilità».