Lavoro e professione

Percorsi Pdta: con l'Ict vince l'appropriatezza

di Fiaso

Gli strumenti Ict migliorano i processi di cura, soprattutto sotto l'aspetto della documentazione e dell'adesione del paziente alle terapie secondo il 68% delle aziende. Ma solo il 16% dei Pdta si avvale di supporti informatici. Si scrivono Pdta, si leggono «Percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali» e sono l'arma vincente per l'appropriatezza. Quella che può far risparmiare almeno 8 miliardi al nostro Ssn di prescrizioni improprie, secondo stime del Ministero della Salute. Garantendo contemporaneamente cure a misura di paziente. Una best practice fino a qualche tempo fa. Una realtà che inizia a consolidarsi tra le nostre aziende sanitarie, soprattutto al Centro-Nord del Paese. Con una lacuna ancora in larga parte da colmare: lo scarso supporto di soluzioni informatiche, che garantiscono maggiore efficienza ancora solo al 16% dei Pdta.
È questa la fotografia sul supporto dell'Ict nei Pdta scattata dalla ricerca condotta da Fiaso, la Federazione di Asl e ospedali, insieme alla School of Management del Politecnico di Milano e grazie al supporto non condizionato di Celgene. L'indagine ha coinvolto in totale 43 aziende, delle quali 26 Asl, 14 Aziende ospedaliere, 2 Irccs e un'Azienda regionale per l'emergenza sanitaria. Un campione significativo della nostra rete assistenziale, anche perché le Aziende sono dislocate in 14 Regioni.

Diffusione e caratteristiche dei Pdta
. L'individuazione e lo sviluppo dei Percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali sta assumendo sempre maggiore rilievo come strumento finalizzato alla presa in carico stabile del paziente. Ma il modo di concepire i Pdta varia sensibilmente sia a livello nazionale che internazionale. Lo dimostrano le 80 definizioni date allo scopo. Per questo la ricerca, prima di mapparne diffusione e caratteristiche parte da una definizione standard di Pdta, intesi come "una sequenza predefinita, articolata e coordinata, di prestazioni erogate a livello ambulatoriale e/o di ricovero e/o territoriale, che prevede la partecipazione integrata di diversi specialisti e professionisti, oltre il paziente stesso, al fine di realizzare la diagnosi e la terapia più adeguate".
Partendo da questa definizione complessivamente i Pdta dichiarati attivi o di prossima attivazione dalle aziende campione sono ben 338 e di questi 293 risultano pienamente funzionanti, mentre altri 45 lo saranno entro l'anno. La loro diffusione è maggiore al Nord. La parte del leone la fa la Lombardia (con 129 Pdta), seguita dall'Emilia Romagna (67), la Toscana (40) e il Lazio (26). Nel Sud sono complessivamente 44 i Pdta rilevati su però solo 8 aziende campione. Indice di una diffusione quindi già soddisfacente. Le aree cliniche maggiormente coinvolte sono quelle dell'oncologia (65 Pdta), della cardiologia (47), della neurologia (35) e della endocrinologia (31), seguita a stretto giro dall'area delle malattie respiratorie (24), mentre quella ortopedica segue a 18. Sono invece 16 i percorsi dedicati alle malattie rare. Entrando nello specifico il maggior numero di Pdta risulta attivo per le seguenti patologie: diabete, scompenso cardiaco, Bpco, malattie rare, carcinoma mammario, Stroke/ictus, malattie renali, malattie neurologiche, frattura del femore e carcinoma polmonare. Per queste 10 patologie – è la stima dei ricercatori della Fiaso - è prevedibile che in breve termine oltre la metà delle Aziende sanitarie adotti dei Percorsi terapeutici e assistenziali.La maggior parte dei Percorsi è definita a livello di singola azienda (52% dei casi) o, al più, da gruppi di aziende (34%), che collaborano per definire percorsi diagnostico-terapeutici comuni. Solo in un caso si evidenzia un Pdta definito a livello nazionale, quello del colon retto attivo in una Asl lombarda. Nel 14% dei casi le aziende utilizzano soluzioni messe a punto a livello regionale. La componente ospedaliera è praticamente sempre coinvolta, erogando i servizi connessi ai percorsi nel 41% dei casi attraverso più Unità operative o Dipartimenti e, nel 52% dei casi, integrandosi con i servizi del territorio.

Il supporto dell'Ict
. I risultati in termini clinici ed economici dei Pdta indicati dalla ricerca sono di una riduzione del 18% dei giorni di ricovero per le infezioni e del 20% per le polmoniti, mentre è del 42% la riduzione delle complicazioni prevenibili in ospedale, grazie proprio al miglior trattamento di infezioni, polmoniti ed emorragie. Questo nell'ipotesi di integrare i Pdta con la cartella sanitaria elettronica, invece ancora poco diffusa. Come in genere è l'apporto dell'Ict ai Percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali. «Eppure molti dei processi presenti nelle cure integrate possono sussistere solo con il supporto di soluzioni informatizzate, che permettono un effettivo monitoraggio dello svolgimento del percorso attraverso strumenti di misurazione adeguati», precisa Marco Paparella, senior advisor dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano. «Inoltre l'ICT - prosegue - facilitando la comunicazione tra gli operatori sanitari, da un lato facilita la continuità di cura e dall'altro elimina doppioni di test e procedure». I software, sottolinea la ricerca, sono in grado di funzionare come cruscotti, che pur lasciando autonomia al medico o all'operatore sanitario, indicano l'aderenza a un percorso terapeutico e assistenziale.
Rispetto al totale dei Pdta rilevati dalla ricerca però, solo il 16% risulta supportato dall'informatica e ben 18 aziende su 43 non hanno nemmeno un percorso informatizzato. Solo tre aziende dichiarano di avere tutti i loro Pdta informatizzati, mentre nelle altre il supporto dell'Ict varia dall'8 al 75%. Le aree cliniche dove si conta un maggior numero di Pdta informatizzati sono quella oncologica, cardiologica e neurologica. Ma si tratta anche delle aree dove i percorsi sono più numerosi. Le fasi maggiormente supportate dall'ICT sono quelle di gestione e monitoraggio (circa la metà del campione). Nella maggior parte dei casi la realizzazione di soluzioni Ict a supporto dei Pdta è demandata a fornitori esterni (nel 56% dei casi per la gestione vera e propria dei percorsi e nel 53% per il monitoraggio degli stessi). Fornitori che sviluppano soluzioni ad hoc per ogni singolo PDTA anziché personalizzare il supporto per ogni azienda.

I benefici dell'Ict applicata ai Percorsi. Se dunque per l'Ict applicata ai percorsi si può parlare di lavori ancora in corso, i benefici attesi dagli strumenti informatici rilevati dalla ricerca sono considerevoli. In generale gli strumenti Ict hanno migliorato i processi di cura, soprattutto sotto l'aspetto della documentazione e dell'adesione del paziente alle terapie (68% di miglioramenti in entrambi i casi). Dove invece si attendono maggiori miglioramenti grazie al supporto informatico ai Pdta è nell'empowerment del paziente (ossia nella sua capacità di adottare comportamenti favorevoli alla salute), implementabili nel 66% dei casi. Ampi anche i margini di riduzione dei costi aziendali (78%) e degli errori clinici (58%).

Il commento Fiaso. «La ricerca evidenzia e documenta che senza strumenti informatici è pressoché impossibile garantire la presa in carico totale del paziente e la continuità del percorso di cura", commenta Walter Locatelli, vicepresidente Fiaso e coordinatore della ricerca, nonché Dg della Asl di Milano. «Le soluzioni Ict a supporto dei percorsi –prosegue Locatelli- promettono benefici sia in termini economico-organizzativi che clinici, in alcuni casi sono già raggiunti e dimostrati». «Si tratta –conclude- di rendere ora più pervasivo l'uso dell'Ict pensato per i Pdta, adattando l'informatica alla specificità dei percorsi».
«Quando parliamo di Ict in sanità –commenta il presidente Fiaso, Francesco Ripa di Meana- è bene sempre ricordare in premessa che le nostre aziende vantano il più alto tasso di informatizzazione di tutta la pubblica amministrazione». «Fino ad oggi però – prosegue Ripa di Meana - l'Ict ha dato vita a sistemi strutturati in senso rigido e verticale. Una logica che può essere ora ribaltata, dal momento che partendo da un semplice codice fiscale è possibile ricostruire costi e percorsi assistenziali di ogni singolo assistito. Questo apre alla possibilità di costruire sistemi informativi orizzontali, finalmente in grado di leggere i comportamenti dei professionisti in ospedale e nel territorio rispetto al percorso terapeutico di ogni singolo paziente.» «E questo – aggiunge il presidente Fiaso - apre nuove prospettive per la sanità del futuro, sia in termini di conoscenza dell'intero sistema organizzativo che di efficacia dell'assistenza, di equità nell'accesso alle prestazioni e di sostenibilità economica, attraverso la tracciabilità dei costi». «È un modello sul quale puntiamo con decisione per una sanità sempre più efficiente e che-conclude- non dovrebbe essere difficile costruire, grazie ai dati e alle informazioni già raccolti dalle aziende».