Lavoro e professione

Farmaci, studio Cref su remunerazione e distribuzione diretta: risparmi sotto la lente

da Federfarma.it

La distribuzione diretta fa risparmiare Asl e Regioni soltanto se scontenta gli assistiti. E se cerca di accontentare gli assistiti, non riesce più ad assicurare risparmi al Ssn. Federfarma e le farmacie del territorio lo sostengono da tempo ma ora a corroborare c'è l'evidenza dei numeri. A fornirli lo studio sui costi della distribuzione diretta condotto all'Asl di Arezzo dal Cref, il Centro ricerche economiche e formazione di Udine, lo stesso istituto che due anni fa aveva firmato la ricerca sui costi della diretta all'Asl di Trieste.

Anticipato ieri nelle sue principali evidenze all'assemblea nazionale di Federfarma, lo studio dimostra che la dispensazione tramite Asl diventa conveniente per le casse regionali soltanto se rimane centralizzata, cioè passa da un ristrettissimo numero di sportelli per la dispensazione al pubblico. Ad Arezzo, invece, l'erogazione sul territorio dei farmaci della diretta è assicurata da cinque strutture distrettuali, i cui costi pesano per 19,74 euro su ogni confezione di farmaco acquistata dall'Asl con lo sconto ospedaliero. Ma è soltanto una media: al distretto di Valtiberina, per esempio, i costi aumentano di 35 euro il prezzo di acquisto di ogni scatola, in Valdichiana si superano i 27 euro. Il discorso cambia se la dispensazione è assicurata da un'unica struttura in cui si accentrano le funzioni di acquisto e distribuzione: ad Arezzo è il caso della farmacia dell'ospedale cittadino, dove infatti i costi aggiuntivi della diretta non superano i 2,73 euro a confezione.

Un'erogazione, però, scarica sulla collettività i costi sociali determinati dall'assenza di una rete distributiva. Costi che lo studio del Cref ha messo sotto la lente: sulla base di una stima della distanza media che gli assistiti devono percorrere per ogni singolo spostamento, i ricercatori hanno valutato in 1,54 euro il costo di ogni singolo passaggio nella farmacia sotto casa, 3,59 euro quello di ogni visita allo sportello di distrettuale e 11,07 euro per ogni viaggio nella struttura ospedaliera centralizzata.

Le evidenze dello studio, che verrà presentato nella sua interezza in un evento in programma per l'inizio del nuovo anno, offrono a Federfarma preziosi argomenti da spendere con le Regioni e per questo la valutazione che oggi si fa strada nel sindacato è quella di portare la riforma della remunerazione nel perimetro della nuova Convenzione (cosa che ovviamente non escluderà un passaggio legislativo).

E' su questa nuova rotta, dunque, che va collocata la bozza di schema messa a punto nel corso delle ultime settimane dalla commissione remunerazione (insediatasi a ottobre su nomina del Consiglio di presidenza): andrà esplorata ogni possibile convergenza sul tema con le Regioni e per questo diventa necessario approntare una proposta di riforma organica e strutturata, per la quale occorrerà un ulteriore rinvio della scadenza di legge (fissata al 31 dicembre dalla 135/2012).

«Dobbiamo fare in modo che nel piatto entrino anche innovativi e distribuzione diretta» ha ricordato all'assemblea la presidente Racca «altrimenti si concretizzerebbe una riforma della remunerazione che non risolverebbe i problemi della farmacia di oggi».