Lavoro e professione

STABILITÀ/ Anaao: i soliti tagli ai servizi e penalizzazioni per il lavoro pubblico

«Nessun cambiamento di rotta nella politica del governo: ancora tagli ai servizi pubblici e penalizzazioni al lavoro pubblico». È questo il commento del segretario nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise, all'indomani dell'approvazione definitiva della legge di Stabilità 2015.
«Per i dipendenti pubblici non è previsto alcun aumento contrattuale anche per il 2015, per il sesto anno consecutivo, e nessun impegno è preso per aprire una stagione contrattuale per gli anni a venire. Viene sconfessata nei fatti perfino la precedente legge di stabilità che prevedeva perlomeno una contrattazione normativa. Come se non bastasse è previsto un blocco contrattuale a tempo indeterminato».
Infatti l'Anaao sottoline in una nota che «Alla mancanza di risorse immediate si accompagna un taglio dei beni durevoli accantonati dai lavoratori: aumentano le tasse su Tfr e fondi pensioni, si tagliano le pensioni (non solo d'oro) di quanti hanno supera-to il primo periodo utile al pensionamento».

Regali ai privati. Il maggiore sindacato dei medici ospedalieri sottolinea che nella manovra 2015 »Gli incentivi alla produttività e la detassazione per le nuove assunzioni sono riservate solo al settore privato: nessun investimento per i servizi pubblici nonostante cresca nel Paese la richiesta di salute, istruzione, assi-stenza, servizi, sicurezza e legalità.
I pesanti tagli alle Regioni e agli Enti locali aprono la strada ad un incremento della tassazione locale, ai tagli dei servizi e all'aumento dei ticket e si assiste ad una nuova puntata dello smantellamento dello stato socia-le, già iniziata dai precedenti governi, dimostrando la totale incapacità di recuperare risorse dall'imponente evasione fiscale, dalla lotta alla corruzione, agli sprechi e all'illegalità».
Senza mezzi termini, l'Anaao stronca il contesto in cui è maturata la legge finanziaria: «Una classe politica al minimo storico in termini di consenso e credibilità si arrocca sull'autoreferenzialità, rifiuta il confronto con le parti sociali, non ascolta dipendenti e dirigenti dei servizi essenziali e purtroppo a tanta arroganza non corrispondono risultati tangibili. Non sarà qualche regalia ai poteri forti a cambiare le sorti del Paese. Oggi più che mai, sono a rischio i diritti fondamentali».