Lavoro e professione

Ddl ex art. 22, Fimmg: Medicina generale Cenerentola, sì al riconoscimento attività professionalizzanti nel territorio

La Medicina generale grande assente nel disegno di legge delega in materia di gestione e sviluppo delle risorse umane ex art.22 del patto della salute, che prevede la presenza nel percorso formativo di attività professionalizzanti da esplicare nei luoghi dove si svolgerà l'attività lavorativa del futuro specialista. E' l'allrme lanciato dalla Fimmg. «Prendiamo atto con viva preoccupazione - si legge in una nota della Federazione italiana medici di medicina generale - dell'assenza di disposizioni in merito alla rete formativa territoriale per la Medicina Generale e non comprendiamo per quale ragione le stesse attività professionalizzanti non siano previste per i medici del corso di formazione specifica in medicina generale».

Se ciò fosse confermato, sottolinea la Fimmg, ciò «rappresenterebbe oltre che l'ennesima prova della scarsa considerazione riservata ai professionisti del Territorio, anche una palese violazione della legge 189/2012 (art.1 comma 5) che invece prevede "ai fini della formazione specifica in medicina generale, l'attività remunerata svolta dai medici in formazione presso i servizi dell'azienda sanitaria e della medicina convenzionata"».

Tutto ciò appare ancora più paradossale se si considera che la Legge stessa prevede che tale attività formativa debba essere realizzata "senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica".

«E' nostra convinzione - conclude la nota - che così come si ritiene che la formazione specialistica debba svolgersi in strutture scelte "in coerenza con le finalità formative" e debba prevedere "l'assunzione graduale di responsabilità assistenziali" sia altrettanto appropriato prevedere che, analogamente, i medici di medicina generale in formazione debbano svolgere attività formative professionalizzanti nelle strutture del Territorio che rappresentano la realtà assistenziale nella quale svolgeranno la loro futura attività professionale. Attendiamo dal Tavolo politico, cui il Patto della Salute ha demandato l'attuazione del disposto legislativo attraverso specifiche soluzioni normative, una risposta solutiva. In caso contrario non esiteremo a opporci a tale omissione presso le opportune sedi istituzionali (e politiche) con tutti gli strumenti che le leggi (e la democrazia) mettono a nostra disposizione».