Lavoro e professione

Tavolo ex art. 22, Triozzi (Smi): «Specializzando in corsia nuovo precario»

di Mirella Triozzi (responsabile nazionale Smi della dirigenza medica)

Riorganizzazione della formazione post lauream, Dpcm precari, riforma delle professioni sanitarie: cosa hanno in comune queste tre grandi ipotesi di riforma che ancora non riescono a vedere la luce dopo anni di rinvii e stesure multiple?

Non certo una visione chiara di un modello di riorganizzazione della sanità che aggiorni ruoli e competenze del personale in funzione dell'efficacia e dell'efficienza del modello scelto.

Sicuramente la ricerca di artifici normativi che consentano alle Regioni di abbattere il costo del personale attraverso un" balletto", ormai ridicolo, di spostamento di competenze, di mantenimento del precariato, di istituzione di specialisti che, mentre si formano, lavorano sottocosto per il Ssr.

Immaginiamo di essere già nel 2016:
- i precari potranno essere prorogati fino al 2018, mentre le dotazioni organiche potranno essere saturate con lo scorrimento delle graduatorie concorsuali in essere; si assottiglia ancor più la speranza di una stabilizzazione;

- molte competenze passeranno alle professioni sanitarie, lasciando ai medici gli "atti complessi", ergo ci sarà bisogno di meno medici in sanità;

- i neolaureati potranno accedere senza specialità al mondo del lavoro per poi acquisire la formazione specialistica in una rete regionale che definisce i fabbisogni ed eroga un trattamento economico pre-dirigenziale.

Un contratto di lavoro che oggi non esiste: come sarà, quale è il livello della contrattazione, quale sarà il trattamento normativo ed economico?

Siamo certi che sarà di molto inferiore a quello dell'attuale dirigenza medica, peraltro fermo da troppi anni, visto che questi medici saranno solo dei professional e non avranno compiti dirigenziali. Acquisita la specialità potranno diventare dirigenti se verranno banditi concorsi, ma non siamo certi che questo avverrà: nuovi specializzandi potranno ogni anno essere arruolati per garantire l'assistenza. Un'altra forma di precariato!

- in un simile contesto le apicalità ovvero i dirigenti medici con competenze gestionali, andranno a contrarsi con buona pace delle legittime prospettive di carriera.

E' una visione pessimistica? No, è il semplice risultato di un combinato disposto delle norme messe in cantiere.

Ci preoccupa che tutto ciò sia il risultato dell'incapacità legislativa di chi ha perso di vista la visione di sistema. E ci preoccupa anche di più se il tutto fosse anche la conseguenza di precise scelte che guardano ai conti da tenere in ordine (sempre con il sistema dei tagli, mai con la lotta agli sprechi e alla corruzione in sanità) e non alla salute dei cittadini. Un aspetto, quest'ultimo, che comunque continuerà ad essere diversamente tutelato in una polverizzazione organizzativa regionale e aziendale. L'esatto contrario di cui abbiamo bisogno per continuare a parlare di un SSN universalistico.

Abbiamo aspettato tanto per queste riforme, siamo disposti ad aspettare ancora, ma si inverta la rotta e si smetta di considerare i medici come un problema per la tenuta del sistema. Sono altri i problemi ma si continua ignorarli: sprechi, incapacità manageriale, interferenze della malapolitica, corruzione, sono alla base della supposta insostenibilità economica del Ssn, non certo il personale sanitario.