Lavoro e professione

Trattative Acn, lo Smi scrive a tutti i sindacati per modificare (con il Milleproroghe?) la Balduzzi

di Barbara Gobbi

Una lettera aperta a tutte le sigle dell'area convenzionata per uscire dallo stallo e rompere il tabù che di fatto sta bloccando le trattative con la Sisac per il rinnovo dell'Acn: mettere mano alla "Balduzzi" che tanti entusiasmi, almeno in una parte del sindacato, pareva aver suscitato e che oggi imbriglia la Sisac, obbligata di fatto ad applicare una legge "blindata", inserita com'è nel Patto per la salute e di conseguenza nella legge di Stabilità 2015. Ma i mal di pancia oggi non sono più sostenibili: non tornano i conti (i medici rischiano di dover farsi carico dei fattori produttivi e non ci stanno) e la stessa riorganizzazione delle cure, con la fuoriuscita obbligata dagli studi avvertita come una "violenza", a gran parte dei camici bianchi proprio non va giù.

Per questo la segretaria generale dello Smi Pina Onotri ha rotto gli indugi e, prese metaforicamente carta e penna, ha dato voce agli scontenti. Complici una serie di incontri informali che il presidente del Comitato di settore Claudio Montaldo, previa mediazione del sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, sta avendo in questi giorni con i principali sindacati, lo Smi prova insomma a ricompattare il fronte disintegrato dei sindacati, compresa l'"ammiraglia" Fimmg che ha già annunciato lo stato di mobilitazione contro l'impasse ormai preoccupante e rispetto alla quale, però, fino a oggi ha escluso qualsiasi necessità di intervento.

L'idea di Onotri è trovare, dove possibile, un'intesa con le Regioni, e di «puntare sul Milleproroghe per le prime modifiche alla Balduzzi». La ricomposizione di un quadro unitario dovrebbe arrivare quindi in tempi brevissimi, visto che la legge di conversione del decreto approderà la prossima settimana in aula. Al confronto Onotri dà tempi anche più ampi: «entro fine mese a Roma», si legge nella lettera a sua firma, sarebbe opportuno «mettere da parte i piccoli orticelli». L'obiettivo finale è «definire un percorso unitario di "protesta e di proposta" per cambiare la legge Balduzzi, sbloccare le trattative e iniziare un serio processo riformatore delle cure primarie e di riorganizzazione del territorio con risorse certe e adeguate».