Lavoro e professione

La sanità sul lettino dello psichiatra-sindacalista

di Massimo Cozza (segretario nazionale Fp Cgil Medici e psichiatra)

Gli occhiali dello psichiatra indossati da un sindacalista vedono un mondo della sanità con diversi problemi di salute mentale. Su tutte, la patologia prevalente, è la depressione.
Pervade i cittadini che a fronte del muro dei ticket e delle liste di attesa non riescono più ad accedere ai servizi sanitari, e sono costretti a rivolgersi al pronto soccorso, nonostante i gravi disagi, perchè non hanno risposte appropriate nel territorio.
Compare tra i medici e gli operatori sanitari sempre più soli, colpiti nella loro dignità professionale da oltre sei anni senza contratto e dal blocco delle carriere.
Assume invece la forma della rassegnazione per le Regioni che neanche più fanno sentire la loro voce accettando nei fatti da diversi anni, quasi supinamente, tagli lineari (e non).
L'abulia è uno dei sintomi del Governo che da un lato denuncia i costi della medicina difensiva ma poi non impegna per una rapida approvazione di una legge sulla responsabilità professionale in sanità.

Si vedono sempre di più disturbi della percezione.
Alcuni credono che i tagli non ci sono perché pensano siano mancati aumenti. Ma sono gli stessi che quando erano all'opposizione denunciavano i tagli del Governo, anch'essi effettuati rispetto alle risorse necessarie già programmate per il fondo sanitario nazionale.
Molto diffusi sono i disturbi della memoria.
Su tutti campeggia l'amnesia che ha colto improvvisamente Governo e Regioni nonostante le solenni dichiarazioni fatte anche in Parlamento sul sacrosanto grido di battaglia (persa): tutte le risorse che verranno risparmiate attraverso misure di spending interna e razionalizzazione saranno reinvestite per politiche sanitarie. Dimenticata anche la revisione del sistema alla partecipazione sanitaria e delle esenzioni, peraltro scritta nel Patto per la Salute.

Non manca neanche la simulazione.

I fondi si chiamano integrativi ma sono sempre più sostitutivi. La sanità è pubblica ma poi c'è una parte sempre più privata: dalle strutture accreditate alla libera professione.
Ritroviamo anche idee di grandezza e di onnipotenza in alcune direzioni aziendali, e non solo.
Disturbi d'identità ci possono essere in chi dopo anni di precariato ancora non è riconosciuto come un medico o un infermiere con rapporto di lavoro a tempo indeterminato. E si possono ritrovare anche nello stesso sindacalista in un Paese dove si sta tentando di distruggere le forze sociali di rappresentanza, aumentando le diseguaglianze.
Sintomi ansioso depressivi si possono riscontrare tra le migliaia di giovani medici che, dopo sei anni di studio e una meritata laurea e abilitazione, non riescono ad accedere alla formazione specialistica o ai corsi di medicina generale. Disturbi psicosomatici possono insorgere nei medici e negli operatori sanitari costretti a turni sempre più pesanti per il blocco del turn over.
Non manca neppure la situazione psicopatologica del doppio legame, per la quale il medico riceve due messaggi incongrui tra loro. Da un lato i protocolli e le direttive aziendali gli indicano la via del risparmio e dell'appropriatezza, dall'altro lato gli arrivano “dovuti” avvisi di garanzia di natura penale, con la possibile complicanza anche dell'insorgenza del Disturbo post traumatico da stress. E con l'arrivo del nuovo Albo Nazionale (passo in avanti) il doppio legame potrà colpire anche i direttori generali: da un lato, pena il licenziamento, dovranno raggiungere obiettivi economi-finanziari e di salute, dall'altro lato si continuano a tagliare le risorse necessarie.

Tra i gravi disturbi psicotici c'è il delirio di chi è convinto che ci sono i nuovi Livelli Essenziali di assistenza.
E quando qualcuno prova a dirgli che sono ancora vigenti quelli approvati quattordici anni fa nel 2001, non ci crede.
Problemi di salute mentale, infine, si ritrovano nella stessa salute mentale. Dalla grave depressione per i servizi territoriali sempre più poveri di risorse alla illusione di aver chiuso gli OPG sostituendoli con le REMS, pensando di aver dato le giuste risposte ai bisogni di salute mentale. Ma a fronte di questi disturbi per la sanità esistono anche delle terapie efficaci. Dal tunnel si può uscire.
Lo psicofarmaco più efficace è l'euro procapite. Bastano le dosi già somministrate per la sanità per ciascun cittadino nei principali paesi europei.
Ma da solo non basta se non si riparte dal rilancio delle politiche nazionali di sanità pubblica, con la consapevolezza che il servizio sanitario nazionale rappresenta la migliore assicurazione (e cura) per il diritto alla salute dei cittadini. Con una psicoterapia di gruppo forse si potrà guarire.


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