Lavoro e professione

Fadoi: complessità in corsia al check, lo studio Complimed

di Roberto Nardi (direttore Medicina Interna Ospedale Maggiore di Bologna)

I malati ricoverati in Medicina interna sono sempre più frequentemente anziani, con multiple patologie concomitanti, e la loro complessità (intendendo con essa non solo le malattie presenti ma anche le condizioni psicologiche e sociali, il grado di autonomia/dipendenza funzionale ecc.) richiede un elevato carico assistenziale in termini sia di impegno organizzativo che di risorse destinate. Ma come si misura il grado di complessità di un malato? A oggi non esiste uno strumento univocamente riconosciuto e validato dalla comunità scientifica in grado di caratterizzare il livello di complessità di un malato, che invece può essere descritto solamente mediante strumenti progettati e validati ad hoc.

Questa è l'ambiziosa sfida dello studio Complimed promosso da Fadoi (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti), Società scientifica di Medicina interna ospedaliera, e presentato nei suoi risultati preliminari in occasione dell'inaugurazione del XX Congresso nazionale della Società svoltosi a Torino.

Complimed è uno studio osservazionale, che ha coinvolto 29 Unità di Medicina interna sul territorio nazionale, e che ha arruolato 576 pazienti ricoverati in questi reparti. I dati dello studio delineano la figura di un paziente molto anziano, con età media di 78 anni, con più di 3 patologie coesistenti, e che nel 50% dei casi presenta condizioni in cui la compromissione d'organo e/o di sistema è particolarmente problematica, e la prognosi può non essere buona. Si tratta in maggioranza di pazienti che assumono più di 6 farmaci al giorno, con tutte le annesse difficoltà di gestione dell'aderenza alle terapie. Un paziente su 3 fra i ricoverati è peraltro costretto a letto, molto spesso presenta problemi di comunicazione e nel 50% dei casi manifesta una percezione negativa rispetto alla propria vita. Oltre l'80% dei malati ha necessità di un supporto a domicilio per l'assistenza e le cure, ed è la famiglia generalmente a farsene carico (circa il 54% dei caregivers è costituito dai figli e/o dal coniuge, ma nel 3% dei casi non vi è nemmeno una famiglia di riferimento!). Questo quadro di globale complessità del malato ricoverato in Medicina interna richiede pertanto una valutazione multidimensionale dei problemi in causa.

Lo studio Complimed, attraverso una rigorosa metodologia statistica, ha permesso di definire la complessità come un fenomeno bidimensionale che coinvolge due aspetti peculiari del paziente, il grado di dipendenza e il grado di comorbidità, entrambi misurabili attraverso questionari validati da somministrare al paziente nella delicata fase del ricovero ospedaliero. Il valore potenziale dello studio Complimed è quello di aver identificato la possibilità di utilizzare un numero limitato di questionari, rendendo quindi questa valutazione del paziente più fattibile nella pratica clinica rispetto agli strumenti disponibili e che necessitano di tempi di esecuzione più lunghi. L'utilizzo di questi strumenti può permettere al medico di effettuare scelte appropriate nella gestione del paziente, non solo in termini di valutazione clinica e prognostica, ma anche ai fini di una selezione gerarchica delle priorità e dei pazienti più vulnerabili.

Tale selezione non si esaurisce solo nell'ambito intra-ospedaliero, ma coinvolge anche la dimissione del paziente: valutare la complessità significa prevedere percorsi di continuità assistenziale diversi a seconda delle necessità che il malato richiede. Da ultimo tale valutazione sarà in grado di meglio “dosare” i carichi di lavoro del personale sanitario dedicato all'assistenza intraospedaliera del malato, ottimizzando le risorse a disposizione. Fadoi auspica che tale strumento, ulteriormente raffinato alla luce di ulteriori dati che lo studio Complimed sta raccogliendo, possa essere reso in tempi brevi disponibile a tutto il personale sanitario che opera in ambito internistico.


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