Lavoro e professione

Giovani medici, Sigm: «La sfida passa da rappresentanza e previdenza»

di Andrea Silenzi (vicepresidente nazionaleAssociazione italiana Giovani medici-Sigm; @drsilenzi)

Negli ultimi anni sono deflagrati molteplici problematiche tenute sotto silenzio per troppo tempo. Si tratta del risultato di situazioni negative, più o meno strutturali, tutte ben conosciute ma mai affrontate, che penalizzano le nuove generazioni di medici riguardo la formazione, l'esercizio dell'atto medico e la piena presa di coscienza del proprio ruolo e della propria responsabilità all'interno della sanità italiana, Servizio Sanitario Nazionale in primis.

Il nodo formazione
La formazione medica sta vivendo il periodo più difficile dall'epoca del post accesso a numero programmato perché, contrariamente a quanto tale denominazione lascerebbe pensare, la mancanza di pianificazione e la scarsa lungimiranza di politica e istituzioni rappresentative della professione, troppo spesso impegnate nell'inutile lotta al ribasso con le altre professioni sanitarie o nello scontro intestino tra Università e Ssn, hanno prodotto i disastrosi risultati quantitativi che sono sotto gli occhi di tutti: accessi alle facoltà di Medicina ormai fuori controllo (in uno dei Paesi col maggior numero di medici per abitante dell'Ue) attestatisi ormai sulle oltre 16.000 immatricolazioni (considerando le ammissioni straordinarie decretate dalla giustizia amministrativa) mentre i finanziamenti per il post laurea coprono le 7.000 unità/anno, tra i 6.000 contratti di specializzazione (raggiunti in extremis dal governo attraverso una copertura straordinaria) e i circa 900 contratti di medicina generale (ancora legata a corsi regionali triennali troppo eterogenei e poco aperti all'insegnamento delle competenze necessarie per gestire la sanità delle complessità).

A questo quadro già a tinte fosche si aggiunga l'annoso problema della staticità e della scarsa permeabilità all'innovazione dell'Università italiana dove l'unica novità ha interessato proprio le Scuole di Medicina con l'introduzione del concorso su base nazionale per l'accesso alle Scuole di specializzazione che, nonostante errori e mille polemiche, resta una conquista assoluta da difendere e migliorare.

Sostenibilità: la paga il lavoro
L'occupazione dei giovani medici è il primo sacrificio offerto all'altare di una sostenibilità della sanità da ricercare non con soluzioni strutturali, in grado di stabilizzare e rilanciare (lotta a sprechi, ruberie e inappropriatezze), quanto con interventi a breve termine dove il taglio lineare e la riduzione del finanziamento sul personale (blocco del turnover, precariato, etc.) sono gli strumenti più rapidi per fare cassa. A discapito del sapere, del saper essere e del saper fare!

E il futuro? Il futuro di questo Paese sembra essere quello dipinto da Lewis Carroll in “Alice in Wonderland” quando, parlando del regno della Regina Rossa, terribile monarca “taglia-teste”, descrive quel contesto come “il Paese dove correndo si rimane fermi. Il Paese dove per andare aventi è necessario correre a una velocità almeno doppia!”.

I Giovani Medici italiani si sentono proprio come la servitù della Regina Rossa, costretti a correre “a una velocità almeno doppia” per non farsi tagliare la testa, per andare avanti e non restare vittime di una società dalle fondamenta deboli, che si arrocca su privilegi acquisiti, quelli che qualcuno chiama ancora diritti, senza considerare che una società è per definizione dinamica nei suoi equilibri, altrimenti non vi si potrebbe trovare comunione (societas = unione di più persone).

Da noi no, della serie chi resta si arrangi. Basterebbe volgere lo sguardo al futuro per capire che i giovani e i meno giovani sono sulla stessa barca, la cui rotta di viaggio si sceglie oggi.

Enpam: l’occasione mancata
All'interno della professione medica ciò si evince chiaramente all'interno delle rappresentanze istituzionali, prendiamo l'esempio dell'Enpam. L'Ente nazionale di previdenza e assistenza medici, gestore di un patrimonio di miliardi di euro (tra finanziamenti e immobili) di proprietà di tutti i medici e odontoiatri italiani, sembra essersi sclerotizzato sulle attività di previdenza tralasciando quelle legate all'assistenza e al supporto: questo viene da pensare vedendo il disinteresse con il quale si trattano le tematiche riguardanti le giovani generazioni di camici bianchi!

La riforma dello statuto dell'Enpam era sembrata l'occasione ideale per poter invertire la rotta e creare un ente previdenziale a misura di lavoratore più che di pensionato. In realtà, purtroppo, si è rivelata un'occasione mancata per rendere le giovani generazioni e le donne parte attiva delle politiche previdenziali. Nel bene si è lavorato per l'adozione di un codice di trasparenza e per lo snellimento di alcuni organi di governo, è vero, ma è altrettanto vero che sono state inconsistenti le aperture verso le donne e, soprattutto, i giovani; ne è prova l'istituzione di un Osservatorio giovani con carattere consultivo i cui 5 membri parteciperanno a un Consiglio nazionale pletorico (circa 170 componenti), ma senza aver diritto di voto nelle decisioni dell'ente che dovrebbe tutelarne presente e futuro!

Scatta la grande corsa dei giovani
Di positivo in questo quadro a tinte fosche c'è soltanto che i giovani medici italiani hanno capito l'andazzo e hanno iniziato a correre. Non solo per emigrare all'estero, come forse qualcuno si augurerebbe – con una battuta si potrebbe affermare che l'Italia è il Paese che più di tutti sta cercando di ridurre la disoccupazione giovanile riducendo il numero dei giovani – bensì si stanno allenando a correre a una velocità doppia per sfuggire ai taglia-teste e riprendersi il proprio futuro.

Ne è prova la recente istituzione spontanea di un Coordinamento nazionale dei giovani medici eletti negli Ordini dei medici provinciali (come anticipato in esclusiva dal Sole24Ore Sanità ) che ambisce a lavorare attraverso lo strumento del network per trasformare le singole deboli voci di oggi in un unico potente coro al fine di creare una rappresentanza istituzionale dei giovani eletta dal basso all'interno della Fnomceo.

Ne è certezza la presentazione della lista “Giovani Medici Previdenti #Formazione #Programmazione #Lavoro” nella categoria “contribuenti alla sola Quota A” alle prime e storiche (ma già ampiamente criticate ) elezioni dell'Assemblea nazionale Enpam. Si tratta di una lista composta in toto da giovani medici under 31 (4 maschi e 5 femmine) che ha saputo da sola raccogliere oltre 620 sottoscrizioni individuali rappresentative di più di 60 ordini provinciali e mira a rappresentare nel prossimo quinquennio le istanze dei contribuenti alla sola Quota A (tra cui i giovani medici neoabilitati e i medici specializzandi) e da quell'unico posto di rappresentanza previsto nel parlamentino dell'Enpam promettono di far sentire forte e chiara la propria voce a tutela del futuro della Professione medica.


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