Lavoro e professione

Nasce la Fiarped, Federazione per una pediatria unita

di Giovanni Corsello (presidente Sip)

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24 Esclusivo per Sanità24

Al 71° Congresso italiano di pediatria è stata annunciata la nascita della Federazione delle società scientifiche e delle associazioni dell’Area pediatrica (Fiarped), costituita per iniziativa della Società italiana di pediatria (Sip), della Società italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia), dell’Associazione culturale pediatri (Acp), della Federazione italiana medici pediatri (Fimp). Alla Federazione hanno aderito anche le società scientifiche affiliate alla Sip e altre associazioni dell’area pediatrica medica, chirurgica e specialistica che ne hanno condiviso gli scopi e gli obiettivi. In tutto oltre 30 soggetti che a vario titolo si occupano di salute e diritti dei bambini.

Perché un nuovo soggetto dell’area pediatrica? Perché crediamo che si debba operare insieme per garantire al bambino una assistenza e una legislazione che tengano conto dei suoi bisogni e dei suoi diritti. Perché vogliamo dare una voce unitaria ai soggetti che si muovono attorno al bambino e alla sua salute per potenziare l'interazione con le istituzioni e la rilevanza sociale e mediatica. D’altra parte se assistenza, formazione, promozione della salute e ricerca sono ormai sempre più interconnesse, un vero percorso di cambiamento non può realizzarsi senza una visione unitaria della Pediatria e di un soggetto unitario che la rappresenti.

In particolare, i principali obiettivi della Federazione sono: tutelare il diritto del bambino alle cure specialistiche del pediatra sia in ospedale che nel territorio; promuovere l’assistenza integrata e multidisciplinare per tutti i soggetti in età evolutiva, in particolar modo quelli con malattie complesse, croniche e rare e affetti da malattie genetiche e a rischio psicosociale; favorire la prevenzione primaria delle malattie, a partire dall’epoca preconcezionale e prenatale e per tutta l’età evolutiva; promuovere e contribuire alla elaborazione di linee guida diagnostiche e assistenziali per malattie che interessano l’età evolutiva, e a progetti di formazione per pediatri e professionisti socio-sanitari.

Vogliamo lavorare per una sanità e una società a misura di bambino, che considerino la specificità delle cure pediatriche nel territorio e in ospedale, che includano le aree specialistiche affini, quali la neuropsichiatria infantile. La salute mentale, il disagio psichico, le patologie del neurosviluppo sono realtà nuove a cui il sistema sanitario deve poter rispondere con una strategia di diagnosi precoce e tempestiva e di presa in carico globale. Una sfida che accomuna tutte le organizzazioni che hanno come fulcro del loro interesse il bambino, dal concepimento al raggiungimento dell'età adulta, comprese le società scientifiche delle varie specialità pediatriche e della pediatria di famiglia. Dobbiamo tutelare la Pediatria di famiglia e le specialità pediatriche, come aree formative e come aree assistenziali, perché molto di quell'avanzamento del livello di salute dei nostri bambini, che rappresenta oggi uno dei vanti maggiori della sanità del nostro Paese, è dovuto alla loro diffusione nel territorio e in ospedale.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di fare network, di programmare, condividere e coordinare gli interventi necessari per la prevenzione, ma anche per l'assistenza e per i programmi formativi e di ricerca. Il network deve coinvolgere pediatri e operatori sanitari, famiglie, istituzioni e media, ciascuno con le proprie competenze e i propri ruoli. I bambini con malattie croniche e rare, in relazione alla complessità assistenziale e alla loro fragilità sono quelli che più di ogni altro hanno necessità di una gestione in rete di tutti gli interventi assistenziali. I temi delle vaccinazioni e dell'educazione alimentare sono esempi concreti e attuali della necessità di pianificare interventi multidisciplinari e multiprofessionali e includono anche una nuova modalità di comunicazione per modificare abitudini, false credenze e stili di vita.
Per farlo dobbiamo valorizzare ulteriormente il ruolo delle famiglie. Non si può fare prevenzione, non si può puntare su una effettiva integrazione tra ospedale e territorio senza un pieno coinvolgimento delle famiglie. Non si possono ottenere i risultati auspicati senza una valutazione dell'impatto dell'ambiente sulla salute del bambino e dell’adulto, a partire dall'inquinamento e dalle sostanze di abuso per finire con gli aspetti del cyberbullismo e dei disordini correlati al web.


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