Lavoro e professione

Troppe radiazioni sui bambini: fisici medici, pediatri e radiologi insieme per cambiare

di Luca Moro (Commissione pubbliche relazioni, Associazione italiana di fisica medica)

Negli ultimi anni si è registrato un notevole incremento di esami che utilizzano radiazioni ionizzanti, talora con una dubbia appropriatezza. Il tema delle radiazioni in pediatria è molto sentito dalla cittadinanza: i genitori, poco informati, sono spesso spaventati dagli esami radiologici cui sono sottoposti i propri figli, ma capita che anche la comunità scientifica si trovi in difficoltà su questo aspetto.
Ecco perché l'Associazione Italiana di Fisica Medica ha intrapreso un'iniziativa denominata “Radiazioni in pediatria” e finalizzata alla conoscenza da parte dei pediatri e dell'opinione pubblica di quali siano i reali rischi delle radiazioni nei bambini sottoposti a esami radiologici. L'iniziativa nasce in supporto alle campagne “Image Gently” ed “Eurosafe” - la prima promossa da Alliance for Radiation Safety in Pediatric Imaging negli Stati Uniti e in altri 70 paesi del mondo, la seconda dalla European Society of Radiology -, finalizzate alla diffusione delle pratiche più attente di esposizione alle radiazioni ionizzanti per questa particolare categoria di pazienti.

Secondo i dati Istat la popolazione pediatrica italiana (tra 0 e 14 anni) è di circa 8,5 milioni, corrispondente al 14% dell'intera popolazione, mentre gli esami radiologici eseguiti annualmente nel nostro Paese sono quasi 40 milioni, di cui circa un decimo riguardano gli esami pediatrici. È risaputo che un'ingiustificata esposizione alle radiazioni ionizzanti può aumentare la probabilità di effetti dannosi alla salute nel lungo periodo e che i bambini, sia per una maggiore radiosensibilità che per una maggiore aspettativa di vita rispetto a un adulto, possono più facilmente manifestare danni in conseguenza delle radiazioni ionizzanti a cui sono stati esposti. Numerosi studi hanno peraltro dimostrato che i medici prescrittori generalmente hanno una scarsa conoscenza delle questioni riguardanti le dosi di radiazioni ionizzanti somministrate durante l'esecuzione di esami radiologici e quindi possono sottostimare i rischi.

Per tutti questi motivi, l'Aifm ha chiesto la collaborazione della Società Italiana di Pediatria e della Società Italiana di Radiologia Medica, in modo da unire le forze per sviluppare un progetto volto a promuovere la radioprotezione in ambito pediatrico e aumentare la consapevolezza sul buon uso dell'imaging radiologico.

Il progetto si svilupperà in due fasi
La prima prevede un'attività di formazione sui pediatri iscritti alla Sip con l'obiettivo di migliorare e/o aumentare il livello di conoscenza delle problematiche legate all'appropriatezza degli esami radiologici. Nonostante esistano da tempo leggi e decreti riguardanti la radioprotezione dei pazienti e degli operatori, scarsa attenzione è stata rivolta negli ultimi anni a questo importante aspetto e si sente la mancanza di una specifica formazione dei pediatri e del personale sanitario in generale in materia di appropriatezza degli esami radiologici e di radioprotezione.
Per individuare i bisogni formativi dei pediatri, sarà sottoposto loro un questionario predisposto dalle tre società scientifiche. Saranno così definiti i temi oggetto dei corsi, al termine dei quali sarà elaborato un documento comune nel quale si risponda ai quesiti clinici sull'appropriatezza degli esami e siano chiariti i temi dell'ottimizzazione e dell'appropriatezza prescrittiva.
La seconda fase ha l'obiettivo di informare i familiari dei bambini sui benefici e sui rischi derivanti dalle procedure radiologiche, fornendo elementi per dialogare e comprendere più facilmente ciò che è detto loro dagli operatori sanitari. Sarà realizzata una campagna informativa utilizzando strumenti comunicativi facili e accessibili. Grazie alle competenze del medico radiologo, si daranno indicazioni per contenere il numero degli esami e per ricercare la minima dose radiante possibile per singolo esame, perché solo riportando allo stretto necessario il numero degli esami eseguiti «al meglio» per il quesito clinico posto potremo ridurre il rischio collettivo. Il contributo del fisico medico si svilupperà nel perseguire con determinazione i principi di giustificazione e ottimizzazione degli esami radiologici che sono alla base della radioprotezione del paziente. In questo campo il fisico specialista in fisica medica svolge un ruolo importante in sanità, contribuendo professionalmente in tutti i processi di ottimizzazione delle prestazioni cliniche, sia diagnostiche che terapeutiche, al fine di minimizzare il rischio ai pazienti e migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie erogate.



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