Lavoro e professione

Tempi lunghi per lo sblocco dei contratti -L'incognita di comparti e fondi

di Tiziano Grandelli e Mirco Zamberlan

Dal principio costituzionale agli effetti sulle retribuzioni, il percorso sarà sicuramente molto lungo. Lescarne notizie sul dispositivoe la mancanza del testo della sentenza rendono del tutto imprevedibili gli effetti della pronuncia della Corte Costituzionale sul blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici. Senza dimenticare le incertezze sui bilanci degli enti locali.

Il blocco saltato
La norma oggetto di attenzione da parte dei giudici di palazzo della Consulta è rappresentata dall'articolo 9, comma 17, del Dl 78/2010, la quale ha comportato l'impossibilità di procedere al rinnovo della parte economica del contratto nazionale per gli anni dal 2011 al 2013 (periodo successivamente prorogato fino al 2015) con il riconoscimento della sola indennità di vacanza contrattuale in godimento nel 2010. Il giudizio di incostituzionalità ha come immediata conseguenza il riconoscimento del diritto delle organizzazioni sindacali di procedere alla contrattazione collettiva per garantire la giusta retribuzione. Questo non vuol dire che i dipendenti pubblici vedranno a breve e in maniera automatica gli aumenti stipendiali bloccati dalla spending review.

Le procedure
Dopo la sentenza si dovranno attivare le ordinarie procedure negoziali. Per tagliare questo traguardo si dovranno superare molti ostacoli. In primis il Governo dovrà rendere disponibili le risorse necessarie ma per fare questo si dovrà leggere la sentenza e verificarne la portata. La sentenza non avrà effetto retroattivo e quindi non verranno erogati gli arretrati, ma rimane da capire se gli aumenti contrattuali dovranno considerare la perdita di potere d'acquisto delle relativa al periodo di blocco. Tradotto in cifre, questo significherebbe circa un 10% di incremento delle retribuzioni, corrispondente, per un impiegato del comparto enti locali, a oltre 2mila euro all'anno, senza considerare il salario accessorio (si veda Il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 25 giugno). Qualora, come è più probabile, non si recuperasse per nulla il passato, l'aumento sarebbe rimesso al mero dibattito politico, essendo limitato al tasso di inflazione programmata al netto degli energetici importati per l'anno 2015. In sostanza il tasso di riferimento è pari allo 0,40%.

L'atto di indirizzo
Successivamente, sempre il Governo dovrà predisporre l'atto di indirizzo all'Aran, la quale inizierà la trattativa con le organizzazioni sindacali per arrivare a un'ipotesi di accordo, che andrà vagliata dal governo e dalla Corte dei Conti prima di diventare operativa. Procedure che richiederanno, nella migliore delle ipotesti, parecchi mesi. Il tuttoo potrebbe allungarsi per la ridefinizione dei comparti di contrattazione, in quanto il processo si scontra con l'elezione delle rappresentanze sindacali, già avvenuta sulla base dei vecchi comparti.

La vacanza contrattuale
Nell'immediato si dovrà capire se l'illegittimità costituzionale travolgerà anche il blocco dell'indennità di vacanza contrattuale. In questo caso la norma dovrebbe rivivere automaticamente con l'obbligo di riconoscere almeno questo piccolo adeguamento stipendiale. Anche in questo caso si dovrà capire se l'Ivc da recuperare è calcolata sull'Ipca del 2013 (primo anno del triennio contrattuale) oppure su quello del 2015 (anno della sentenza). Nel primo caso l'aumento mensile di un impiegato sarebbe di circa 11 euro mentre nel secondo caso è ridotto alla metà. Per questo piccolo “bonus estivo” non sarebbe neppure necessaria la consueta circolare della Ragioneria generale.

L'impatto sui conti
Nei bilanci dei Comuni che cosa succederà? In passato a fronte dei rinnovi contrattuali lo Stato trasferiva le risorse per finanziare gli aumenti. Dopo la riforma della finanza locale ogni ente dovrà provvedere in proprio senza poter contare sul soccorso statale. Questo almeno in termini di principio, atteso che in altre circostanze sono state comunque previste azioni compensative. In caso contrario, se le amministrazioni non riusciranno a intervenire ancora una volta sul fronte delle spese, non rimane che agire sul fronte delle entrate locali. Impatto che, nell'ipotesi di recupero pieno dell'inflazione, potrebbe corrispondere a un punto di addizionale comunale. Anche se, con ogni probabilità, si tratterà di un tema che travolgerà i bilanci del prossimo anno. Sul 2015 potrebbe gravare solo l'Ivc per alcune mensilità; impatto finanziario che si tradurrebbe in meno di 100 euro pro capite comprensivi degli oneri riflessi.


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