Lavoro e professione

Anaao: «Aree contrattuali, attacchi alla professione, tagli: nuove motivazioni per una mobilitazione unitaria»

di Anaao

La chiediamo fin dai tempi di Brunetta, ma continua il niet del Governo sull'autonomia contrattuale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria dipendente del Ssn mentre, con uno strabismo che nel fare cassa non vuole vedere altro, di intesa con le Regioni, scarica il peso della manovra economica sulla sanità, un bancomat che, a differenza di quelli greci, non conosce limiti.

Il Governo dice ad ogni estate che vuole fare ripartire i contratti nazionali del pubblico impiego, ma non definisce preliminarmente aree contrattuali omogenee e coerenti, limitandosi a chiedere alla Commissione Affari Costituzionali della Camera la bocciatura del riconoscimento di un'area autonoma di contrattazione per la dirigenza sanitaria. Manca la volontà politica di riaprire la stagione contrattuale nella pubblica amministrazione, in nome di veti e ricatti che rinviano a tempi biblici la fine del blocco, con buona pace della Corte costituzionale. Ancora una volta, tramite il ministro Madia, il Governo predica bene ma razzola male.

Nelle stesse ore una intesa tra Governo e Regioni persevera nel saccheggio dei fondi contrattuali, con la solita intrusione della Terza Camera nei patti a suo tempo stipulati. Il taglio lineare delle strutture complesse e semplici, ovviamente solo ospedaliere, giacchè i Governatori si guardano bene dal dispiacere Magnifici ed Amplissimi, si inserisce nella compressione delle retribuzioni e delle dinamiche contrattuali che sta demotivando ed umiliando chi garantisce la salvaguardia di un bene prezioso come la salute. Producendo un impoverimento della sanità pubblica, la compromissione della natura pubblica del sistema, il calo della qualità dell'assistenza sanitaria a livelli che non possono considerarsi accettabili. La lotta alle prestazioni inappropriate intende fare leva su un atteggiamento di intimidazione dei professionisti e di inaccettabile invasione della loro autonomia, per utilizzarli come strumento di controllo dei cittadini. Aprendo la strada, come in Campania, alle linee guida di Stato.

Alla fine, non saranno i bilanci delle Regioni, ed i loro sprechi, ad essere tagliati, ma i diritti dei cittadini e degli operatori, come puntualmente prevede il verso di ogni manovra o intesa.
Non appare a lungo rinviabile una mobilitazione, larga ed unitaria, che metta in campo le ragioni del lavoro, dei professionisti, dei cittadini per rilanciare il servizio sanitario pubblico e nazionale come strumento ottimale per la attuazione del dettato costituzionale.


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