Lavoro e professione

Anaao: «No alla morte della Sanità pubblica. Mobilitazione unitaria per il rilancio del Ssn»

di Anaao

Le parole del commissario Yoram Gutgeld nell'intervista a Repubblica di sabato scorso – commenta il Segretario nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise - annunciano che, ancora una volta, la sanità pubblica verrà assunta a bancomat del Governo. Anche se dal 2010 al 2014 ha già dato 31 miliardi di euro e nel ddl enti locali si prevedono tagli per ulteriori 7 miliardi fino al 2017. In attesa dei fantastiliardi di minore spesa che dovrebbero derivare dall’“efficientamento” del sistema, per pagare meno Imu rischiamo di pagare più farmaci e visite mediche.

Le dichiarazioni di Gutgeld stanno anche alimentando un dibattito surreale tra chi giudica fuorviante ed allarmistico il titolo dato all’intervista e chi sostiene che i famosi, e fumosi, dieci miliardi siano la quota prevista a carico della sanità sull’altare della riduzione delle tasse. Né il ministro alla Salute aiuta a sciogliere il dilemma, parlando di risparmi pari a 10 miliardi, rieccoli, in 5 anni da investire su voci che elenca nel dettaglio. Di fatto però si inserisce nel frullatore mediatico l’idea della esistenza di sprechi enormi, per lo più legati al comportamento irresponsabile se non fraudolento dei medici, che alimentano l’iperconsumismo delle prestazioni sanitarie con la medicina difensiva. In riferimento alla quale nessuno assume l'impegno a fare uscire dai cassetti delle Commissioni parlamentari il ddl sulla responsabilità professionale portandolo ad una rapida approvazione.

Spetta al ministro dire, ai cittadini, agli operatori, al Parlamento, una parola chiara sulle reali intenzioni del governo di cui fa parte, coerente con il riconoscimento che «non c'è più niente da tagliare» in un sistema che spende per la sanità meno della Grecia con risultati migliori della Germania. E a chiunque abbia a cuore le sorti di un servizio sanitario pubblico e nazionale di farsi sentire. La mobilitazione unitaria di chi utilizza la sanità, come i cittadini ed i pazienti, e di chi produce salute, come i medici e gli altri professionisti sanitari, programmata per il prossimo autunno trova ulteriori e più forti motivazioni.
Pagare di meno l'Imu e di più le visite mediche e i farmaci, distruggere diritti incomprimibili delle persone che costituiscono un prezioso patrimonio sociale, non ci sembrano obiettivi degni di un Paese civile.


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