Lavoro e professione

Appropriatezza, Cozza (Fp Cgil): «il decreto va ritirato. Subito il testo sulla responsabilità»

di Ernesto Diffidenti

«Il decreto sull’inappropriatezza va ritirato». Non ha dubbi il segretario generale della Fp Cgil Medici, Massimo Cozza, secondo cui il provvedimento è «sbagliato» e rappresenta l’ultimo anello di una catena di errori che sta mettendo a rischio i servizi sanitari ai cittadini.

Non si salva nulla di quella che considerate una vera e propria black list presentata dal ministero per risparmiare 13 miliardi di esami considerati inutili?
È sbagliata la norma complessiva ossia quel decreto legge 78 sugli enti locali che ha introdotto tagli di 2,35 miliardi alla sanità. Il giusto discorso sull’appropriatezza delle prescrizioni è stato inserito in una logica di tagli e non di spesa virtuosa.

E poi ci sono anche le sanzioni ai medici
Questo è un altro errore. Qualora il medico non seguisse i criteri previsti dal decreto è chiamato dall’Asl a dare spiegazioni: se non saranno accettate ci sarà una decurtazione della retribuzione. Il tutto è reso più cogente perché le disposizioni attribuiscono al direttore generale l’onere dei controlli: se questi non ci saranno ne risentirà la sua valutazione. Insomma, il medico ha un condizionamento forte a rispettare il decreto perché tutte le volte che si asterrà - senza considerare la storia del paziente, l’anamnesi, la complessità clinica e diagnostica - si troverà a risponderne.

Quale può essere una proposta alternativa?
Vanno privilegiati i percorsi di merito superando i diktat. Il problema dell’inappropriatezza esiste, non vi sono dubbi, ma va affrontato mettendo in condizione l’Asl di chiamare a dare spiegazioni solo il medico che supera i “range di norma” in maniera lampante e continuativa. Lo spirito per combattere l’inappropriatezza dovrebbe guidare verso percorsi condivisi seguendo uno schema meritocratico e non sanzionatorio. Insomma, bisognerebbe invertire il presupposto e premiare chi raggiunge obiettivi più che soddisfacenti in appropriatezza prescrittiva.

A questo punto lo sciopero è più vicino?
La protesta e, dunque, la mobilitazione dei medici parte da lontano. Già a giugno abbiamo protestato contro i tagli e questo metodo di affrontare l’inappropriatezza. Tanto che il ministro nell’ultima riunione non ci ha chiamato a valutare nel merito il provvedimento, già bocciato, ma solo a dare un parere tecnico sui 208 esami messi in lista e già valutati a livello scientifico (inizialmente ne erano previsti un centinaio). Così si rischia la rottura del rapporto tra medico e cittadino con gravissime conseguenze sul piano del welfare.

Il premier Renzi continua ad affermare, da ultimo in un question time alla Camera, che il Fondo sanitario nazionale crescerà a 111 miliardi nel 2016
I conti non tornano. Secondo il premier il Fondo è destinato ad aumentare rispetto ai 109,7 miliardi del 2015 ma in realtà è in netto calo perché il Patto sulla salute ne prevedeva 115,444 per il 2016. Anche considerando la decurtazione prevista di 2,3 miliardi il Fondo dovrebbe contare su risorse superiori a 113,14. Sotto questa cifra sono a rischio i livelli di assistenza come ha ribadito pochi giorni fa lo stesso ministro della Salute e la Corte dei Conti. Secondo la «matematica sanitaria» tagliando i fondi si riducono le prestazioni.

Intanto i medici aspettano il rinnovo dei contratti e delle convenzioni.
Non solo. Tra i temi urgenti da affrontare ci sono anche il precariato e la responsabilità professionale.

C’è un testo unico in discussione in Parlamento
Bisogna decidere in fretta. In questi ultimi anni la speculazione sulla responsabilità professionale è cresciuta in modo smisurato generando uno spreco che va dai 10 ai 14 miliardi. Il tema della responsabilità professionale è essenziale: se manca questa gamba è ovvio che l’impianto del provvedimento sull’appropriatezza non può reggere.


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