Lavoro e professione

Andi impugnerà il Decreto sulla trasmissione dei dati tramite il Sistema Tessera Sanitaria

di Andi

L’Associazione nazionale dentisti italiani (Andi) impugnerà il decreto sulla trasmissione
dei dati tramite il Sistema tessera sanitaria. La decisione spetterà al Consiglio nazionale di Andi, convocato per sabato 17 ottobre a Trento, ma le motivazioni che il presidente nazionale Gianfranco Prada porterà ai delegati dei 23 mila dentisti iscritti all'Associazione sono chiare e non lasciano presagire passi indietro.

«La misura è colma, le sanzioni previste dal Dlgs 158/15 sono una follia, considerando che stiamo parlando di un obbligo del tutto inutile, visto che i dati che ci obbligano a inviare attraverso il Sistema Tessera Sanitaria sono già inviati dai dentisti italiani ogni anno attraverso lo spesometro».

Ma le sanzioni sono solo una delle tante criticità che Andi ha più volte cercato, fin da prima della pubblicazione del Decreto attuativo dello scorso 31 luglio, di spiegare alla politica ed agli stessi ministeri interessati. «Da una ricerca del nostro Servizio Studi il 70% degli studi odontoiatrici italiani per emettere la fattura al paziente non utilizza strumenti informatici specifici ed il 78% di questi la compila ancora a mano», informa il presidente Prada.

«Ma non solo il decreto obbligherebbe in poche settimane migliaia di liberi professionisti a dotarsi di uno strumento informatico, e imparare a utilizzarlo, ma per essere in regola dovranno, entro il gennaio 2016, caricare nel Sistema Tessera Sanitaria tutti i dati dei pazienti e ogni pagamento incassato o rimborso stornato durante tutto il 2015: centinaia e centinaia di dati da inserire tutti insieme. Un lavoro impossibile considerando che oltre l'80% degli studi odontoiatrici italiani sono monoprofessionali e la maggior parte di loro composti in prevalenza dal solo titolare con una assistente alla poltrona. Come se non bastasse, ad oggi non sono ancora disponibili le modalità operative, diverse tra l'altro da Regione a Regione, e il S.T.S. non consente attualmente ai liberi professionisti nemmeno di registrarsi. Però alle sanzioni si è subito pensato», commenta Prada.

«L'assordate silenzio della politica alle nostre richieste non ci lascia altra scelta che intraprendere le vie legali impugnando il Decreto», conferma il presidente Andi che vuole precisare che «questa iniziativa non è una battaglia contro il 730 precompilato», operazione che giudica utile per il Paese, ma contro «questa modalità di coinvolgimento dei medici e dentisti liberi professionisti».


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