Lavoro e professione

Quali standard assistenziali per la pediatria: la proposta di Aopi e Sip

di Paolo Petralia (presidente Aopi - Associazione ospedali ospedali pediatrici italiani) e Giovanni Corsello (presidente Società italiana pediatria)

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24 Esclusivo per Sanità24

«Il bambino con malattie acute o croniche con caratteristiche assistenziali di complessità necessita di risposte efficaci sia in ambito ospedaliero che sul territorio che le istituzioni devono essere in grado di fornire in tutto il territorio nazionale, indipendentemente dalla regione di residenza e da estrazione socioeconomica della famiglia».
Comincia così il documento che il Consiglio nazionale della Società Italiana della Pediatria Sip e dell’Associazione degli ospedali pediatrici italiani (Aopi) hanno approvato congiuntamente lo scorso 23 ottobre a Milano nell’ambito del meeting sulle reti pediatriche italiane a Pianeta Lombardia ad Expo. I due organismi avevano ritenuto di costituire al Congresso nazionale di pediatria Sip a Roma la scorsa primavera un gruppo di lavoro congiunto per redigere un documento programmatico con cui contribuire alla definizione degli standard assistenziali pediatrici.

Parlare di “specificità pediatrica è centrale e irrinunciabile oggi secondo i pediatri della Società italiana e i direttori generali dei dodici ospedali pediatrici italiani. «I criteri per l’identificazione e il riconoscimento della complessità assistenziale sono fondamentali per un corretto approccio diagnostico e terapeutico e per la presa in carico multidisciplinare. Il primo criterio è la cronicità, ovvero l’intervento terapeutico assistenziale che si prolunga nel tempo (almeno 3 mesi) e rende indispensabile l’identificazione di un referente. Il secondo criterio è costituito dalla necessità di assistenza specialistica e multidisciplinare, con il contributo di diversi specialisti il cui intervento deve però essere coordinato al loro interno ed integrato con le figure assistenziali del territorio. Il terzo criterio identificativo caratterizzante è rappresentato dai riflessi sull'intero nucleo familiare che tale condizione può generare».

Il documento è stato presentato dai sottoscritti ad Expo alla presenza di Giuseppe Zuccatelli, presidente Agenas e di Rosetta Cardone, dirigente della Programmazione del ministero della Salute, che ne hanno rilevato gli aspetti strategici e di prospettiva. Il contributo di una visione integrata e comune dei due organismi evidenzia parallelamente la necessità - rappresentata dal vicepresidente della Fiaso Walter Locatelli e da tutti i direttori degli ospedali pediatrici presenti - di potenziare il lavoro “in rete” sia a livello di rappresentanza che ancor più di costruzione dei livelli organizzativi, «mai come in pediatria possibile laboratorio di soluzioni innovative per l'intero sistema sanitario», come ha precisato Zuccatelli. Nel documento Aopi-Sip si precisa infatti che «l’assistenza multidisciplinare deve realizzarsi in tre diversi ambiti. Il centro/presidio di riferimento assistenziale pediatrico,a cui spetta il compito di garantire il coordinamento degli interventi specialistici diagnostici e terapeutici; la pronta reperibilità in caso di problematiche cliniche urgenti e la loro gestione direttamente o tramite una struttura pediatrica in rete; l’attivazione di contatti con le figure assistenziali territoriali o specialistiche nel caso di soggetti con malattie rare; la condivisione delle informazioni cliniche derivanti dai controlli periodici del bambino, l'informazione sulle tutele sociali e il sostegno alla loro attivazione; il supporto psicologico; la formazione e l'informazione. La rete ospedaliera, che svolge un ruolo tanto più decisivo e prezioso quanto maggiore è la distanza tra i presidi di riferimento specialistico e la residenza della famiglia. Le cure territoriali, erogate nell'ambito dei distretti o dei presidi territoriali organizzati, prevedono come figura centrale il pediatra di famiglia che rappresenta il referente territoriale principale del bambino con una patologia ad elevata complessità assistenziale e della sua famiglia».

Ogni intervento deve essere comunque “sostenibile”: ecco perche la specificità pediatrica, che fa ricordare come un bambino non sia un piccolo adulto, richiama la necessita di un’allocazione per appropriatezza delle risorse per remunerare correttamente le attività clinico assistenziali, e ciò è ancora più impattante se si parla di elevata complessità e di cure fornite in un ospedale pediatrico. Il documento al riguardo suggerisce come «una proposta, in riferimento alle prestazioni erogate in regime di ricovero, potrebbe essere quella di prevedere una selezione dei Drg di alta complessità per la pediatria ed un sistema di incrementi tariffari specifici per la remunerazione dei ricoveri dei pazienti pediatrici di alta complessità e restanti Drg con l'esclusione dei Drg a rischio di inappropriatezza». Il contributo è stato elaborato, ora non resta che esaminarlo e discuterlo !


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