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Prevenzione cardiovascolare secondaria: la sfida da vincere. Ecco l’indagine Fadoi in corsia

di Mauro Campanini (presidente naz. Fadoi e direttore Medicina Interna 2 presso l'Aou “Maggiore della Carità” di Novara)

«Curare per prevenire» è uno dei fondamenti di Fadoi, Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti, società scientifica di Medicina Interna attiva da oltre 20 anni e che conta quasi 3mila iscritti. In tema di prevenzione secondaria, molto è stato fatto ma altrettanto resta da fare.

L’indagine: metà dei ricoverati a rischio cardiovascolare
I risultati dell'indagine condotta da Fadoi parlano chiaro: un buon controllo dei vari fattori di rischio si riscontra in meno del 50% dei pazienti, solo il 36,9% ha un adeguato controllo del peso, appena il 14,3% riceve un regime dietetico strutturato al momento del ricovero. Da considerare attentamente anche il contesto famigliare-sociale nel quale il paziente vive, poiché la combinazione tra condizione clinica e supporto sociale è probabilmente il più importante tra i fattori limitanti per un'ottima gestione della prevenzione cardiovascolare.
Un dato di particolare importanza è che il 50% dei pazienti ha insufficiente aderenza alle terapie e bassa consapevolezza del proprio profilo di rischio clinico. L'iniziativa di Fadoi è dunque anche rivolta a creare maggiore sensibilità e attenzione da parte dei pazienti e degli operatori sanitari verso una problematica così ampia e rilevante da un punto di vista assistenziale.
Per esprimere la propria visione scientifica sull'argomento della prevenzione cardiovascolare secondaria, Fadoi ha inoltre realizzato un volume di prossima pubblicazione, che ha considerato i diversi fattori di rischio (ipertensione, diabete, dislipidemia, obesità/sovrappeso etc.) nei vari ambiti della patologia vascolare (cuore, cervello, rene, arti inferiori). Da questa pubblicazione è scaturito un position statement della Società Scientifica, curato dal sottoscritto e dagli Internisti Roberto Nardi e Giuliano Pinna e che verrà anch'esso diffuso nelle prossime settimane.
Il documento affronta il problema della prevenzione cardiovascolare secondaria con un “approccio globale”, che armonizza le indicazioni delle linee guida con le caratteristiche del singolo paziente, considerato nella sua complessità e non parcellizzato nei singoli aspetti della problematica cardiovascolare. Un paziente che, come prima ricordato, è spesso portatore di malattie croniche multiple, riceve un numero elevato di prescrizioni terapeutiche, e in cui le interazioni fra le diverse patologie e i molteplici trattamenti devono essere attentamente considerate.

Tale attività di ricerca e formazione, rivolta a patologie di grande diffusione e rilevanza clinica come lo scompenso cardiaco, le broncopneumopatie croniche, il diabete, le infezioni severe, l'infarto del miocardio e l'ictus, ha suscitato l'interesse delle Autorità Sanitarie, del mondo scientifico e dell'industria farmaceutica.
Gli Internisti si occupano della cura di pazienti che vengono ricoverati per patologie acute o per la riacutizzazione di malattie croniche (oltre un milione di ricoveri all'anno), e in questi pazienti l'impostazione di terapie utili a prevenire ulteriori e successive complicanze è un'esigenza di fondamentale importanza.
In quest'ambito rientra il programma sulla prevenzione cardiovascolare secondaria per la quale Fadoi si è avvalsa di una donazione liberale di Merck Sharp & Dohme Italia.
L'iniziativa è stata organizzata per comprendere modalità e criticità di gestione per la prevenzione cardiovascolare secondaria nei pazienti che vengono assistiti in regime di ricovero o negli ambulatori afferenti ai reparti di Medicina Interna. Essa ha permesso di rilevare, attraverso una capillare raccolta di dati espressi dalle centinaia di Unità operative di Medicina Interna italiane, che oltre il 40% dei pazienti internistici è stato colpito da episodi cardiovascolari maggiori come infarto, ictus, o è affetto da arteriopatia agli arti inferiori.
In questi pazienti il rischio di ulteriori episodi cardiovascolari maggiori è rilevante, anche perché le patologie cardiovascolari si sommano generalmente ad altre malattie e ciò rende problematico l'approccio terapeutico in pazienti che solitamente vengono ricoverati in età anziana e in condizioni di emergenza clinica. In considerazione di tale complessità clinica, alla necessità di prevenire ulteriori eventi si aggiunge pertanto quella di armonizzare la prevenzione cardiovascolare col resto delle cure.


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