Lavoro e professione

Se la cura dei denti diventa un lusso per pochi

di Lucilla Vazza

La crisi si vede anche dai sorrisi dei bambini. E non metaforicamente, proprio in senso letterale. Per tre ragazzi su dieci il dentista è uno sconosciuto almeno fino ai 14 anni. E tra i piccoli immigrati il numero raddoppia, come segnala l'Istat nel recente rapporto sulla salute dei denti degli italiani (dati 2013).
Perché l'Italia delle diseguaglianze passa perfino dalla cura della bocca. La poltrona del dentista è diventata negli ultimi anni un miraggio per tanti italiani e tantissimi immigrati. E dunque la salute orale può rappresentare una cartina di tornasole efficace per poter comprendere la situazione sociale del Paese. Si è tornati a una situazione simile a quella degli anni Sessanta. I bambini che vivono in famiglie con almeno un genitore laureato hanno molte più possibilità di ricevere cure appropriate rispetto a chi è figlio di persone con un titolo di studio elementare. E lo svantaggio delle regioni del Sud è ancora più evidente. Nel 2013 meno del 28% dei residenti dai 3 anni in su ha ricevuto cure odontoiatriche: ben dieci punti in meno rispetto al valore medio nazionale che è del 38%.
Mancate cure precoci e scarsa prevenzione significano maggiori problemi domani e costi che rischiano di diventare insostenibili per le famiglie in difficoltà. «Negli ultimi cinque anni le carie in età pediatrica sono aumentate del 15%, un dato allarmante. E se l'Istat dice che tre italiani su dieci sono a rischio di povertà assoluta, diventa chiaro che le cure odontoiatriche sono sempre più inaccessibili a molti. A questa situazione devono rispondere le istituzioni»: lo afferma con convinzione e amarezza Raffaella Docimo, presidente della società italiana di odontoiatria infantile (Sioi), in questi giorni a congresso nazionale al Museo Maxxi di Roma.
Un evento che ha chiamato a raccolta 900 specialisti da tutto il paese e che vede la presenza di luminari di prestigio internazionale ed eccellenze della ricerca odontoiatrica made in Italy.
«I costi sociali di queste mancate cure sui bambini si traducono in giornate di scuola perse e dunque in un mancato apprendimento, oltre che in una curva di crescita compromessa», spiega ancora Docimo. Perché il ruolo del dentista oggi è anche di sentinella dei bisogni sociali. Non è un caso che la Sioi ,attiva dal 1958, abbia promosso le giornate della prevenzione come il «Baby dental day» e una collaborazione con Save the children: «Perché noi siamo convinti che vada sfatato il tabù delle cure odontoiatriche vissute come un lusso», aggiunge Docimo.
Il problema di fondo è che le cure costano care e l'odontoiatria sociale, quella a carico della sanità pubblica, rappresenta una quota residuale del totale. Uno dei più gravi buchi neri dell'assistenza pubblica. «Curare la bocca deve essere un diritto di tutti, come lo è la cura delle altre parti del corpo. In Italia sono le classi medio basse a pagare il costo più alto, quelle famiglie che non hanno diritto a particolari esenzioni, ma che non riescono a fare fronte a cure private», sostiene la presidente della Sioi.
Ma come se ne esce? «Ripeto: solo le istituzioni, Regioni e Governo in primis possono fornire risposte adeguate, potenziando l'offerta pubblica di cure odontoiatriche. Aspettiamo il varo effettivo dei nuovi Lea, dove ci sono cambiamenti interessanti», ricorda ancora. Le mancate cure poi significano complicanze ulteriori. Trascurare una piccola carie, che si cura con costi abbastanza sostenibili, porta alla perdita del dente, che invece comporta un impianto sicuramente poco accessibile per chi ha un reddito basso.
In ogni caso, comunque la si guardi, a pagare per tutti sono i bambini. Dal 2005 a oggi il ricorso a dentisti di una struttura pubblica o convenzionata è passata dal 4,9 al 5,5%.
Un aumento insignificante se confrontata al dato in crescita di chi rinuncia a curarsi o che riesce a effettuare solo un tipo di trattamento all'anno, un valore che invece balza dal 49 al 71% in 10 anni. «Un cavo orale trascurato può compromettere la vita sociale delle persone e in un bambino può portare a una crescita disarmonica, oltre che a problematiche psicologiche. Al Sud, Campania in testa, i bambini a rischio povertà sono in drammatico aumento. A tutti questi piccoli pazienti mancati tocca dare risposte serie, portando il problema nell'agenda istituzionale», afferma Docimo. Che queste cose le osserva da vicino ogni giorno in quanto dentista del Ssn. E che le carenze dell'assistenza e della prevenzione le conosce bene. Anche quei bimbi che i dentini non li possono curare, perché sempre più poveri.


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