Lavoro e professione

Trattativa su aree e comparti, Cosmed: «I contratti non possono aspettare»

di Ro. M.

La nuova mappa del Pubblico impiego è un risiko con quattro comparti per i dipendenti pubblici e altre quattro aree in parallelo per i dirigenti. Un comparto della sanità e un'area autonoma della dirigenza medica e sanitaria; un comparto della scuola con relativa area autonoma dirigenziale; un comparto delle autonomie locali (Regioni comuni e province) e relativa area autonoma dirigenziale; un comparto della dirigenza centrale dello Stato e degli Enti pubblici nazionali con relativa area autonoma dirigenziale. Un contenitore quest’ultimo i cui dovrebbe confluire anche la Presidenza del Consiglio, in sospeso sul comparto nazionale e a caccia di autonomia. Le disposizioni legislative la riconoscono come area autonoma di contrattazione ma non è chiaro se rientri nei quattro comparti previsti dalla riforma Brunetta (d.lgs.150/2009). Da definire la collocazione dell'Università e della ricerca che la stessa Aran ritiene debba confluire nel comparto scuola a formare un polo della conoscenza. A fare il punto un’informativa della Confederazione sindacale medici e dirigenti (Cosmed), soddisfatta sul punto cardine da sempre sostenuto « ovvero il riconoscimento di un'area autonoma della dirigenza medica e sanitaria».

Sono queste le linee della proposta che l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) ha illustrato il 3 febbraio scorso ai sindacati per la riduzione a quattro dei 12 comparti in cui è diviso oggi il pubblico impiego, step necessario e propedeutico per far ripartire le trattative sui contratti.

La fase è ora quella del rush finale con in ballo la risposta sui criteri di calcolo della rappresentatività. Una partita che deciderà di fatto quali saranno i sindacati che potranno sedersi al tavolo delle trattative dei nuovi comparti (ogni area e comparto darà vita a un contratto nazionale di categoria). In sospeso c’è ancora la stessa certificazione della rappresentatività, ricorda la Cosmed, «per l'opposizione di alcune sigle rappresentate nel Comitato Paritetico che temono che la certificazione e la determinazione delle nuove aree possa alterare la rappresentatività escludendole dai tavoli contrattuali».

Intanto, per mettere una toppa sul rischio ricorsi da parte dei sindacati che perderebbero il posto a tavola, si studiano ipotesi di transizione che consentirebbero alle sigle attuali di restare presenti nel primo rinnovo dei contratti, in attesa di ripartire a regime dopo le prossime elezioni previste fra due anni. L’idea è di consentire alle sigle “minori” di allearsi con quelle più grandi, che superano le soglie minime (5% dei voti e delle deleghe. La risposta sarebbe attesa entro 10 giorni.

Il fronte è caldissimo e non a caso la Cosmed chiede con forza di accelerare e ricorda «che il ritardo nella certificazione e nella determinazione delle aree costituisce un facile alibi per il Governo nel giustificare il ritardo della ripresa della stagione contrattuale. L'interesse generale deve prevalere su rivendicazioni parcellari e particolari pena una chiara perdita di credibilità dell'intero movimento sindacale».

Altra questione in sospeso il possibile trasferimento nel comparto sanità dei “regionali” già attivi nel settore. A questo proposito, Cosmed ha ribadito «che la dirigenza tecnica professionale e amministrativa del Servizio sanitario nazionale deve essere inclusa con la dirigenza delle Regioni e non con la dirigenza medica e sanitaria. Del resto la stessa Legge Madia (art. 11 legge 124/2015) ha sancito la confluenza della dirigenza tecnica professionale e amministrativa nel ruolo dei dirigenti delle Regioni dal quale sono esclusi i dirigenti medici veterinari e sanitari».

La stessa confederazione ribadisce invece che la dirigenza sanitaria delle Arpa (Agenzie regionali protezione ambiente) debba restare nel contratto della dirigenza medico sanitaria di cui fa attualmente parte.

Fronte aperto anche sugli infermieri. «Non è stata esplicitamente affrontata - si legge nella nota della Cosmed - ma cova tra le ceneri, la problematica di un eventuale collocamento della cosiddetta dirigenza infermieristica»

L’Aran riconvocherà le parti tra 10 giorni circa. L’accelerazione tuttavia è d’obbligo. I sindacati scalpitano e sui contratti non accettano ulteriori ritardi.


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