Lavoro e professione

Report Fimmg: quel «disturbo» che colpisce gli statali il lunedì e il venerdì

di Ernesto Diffidenti

I giorni medi di malattia dei dipendenti della Pubblica amministrazione sono in costante aumento negli ultimi anni con un costo per le casse pubbliche di circa 100 milioni. Lo confermano i dati dei medici di famiglia (Fimmg) secondo cui nel 2014 i giorni totali di malattia sono cresciuti poco meno del 2,5% a quota 31.525.329 (+ 739.420 rispetto al 2013) con 6.031.362 certificati di malattia emessi (+47.958) e un numero eventi di malattia pari a 4.869.303 (+30.536).

Il giorno scelto per iniziare la malattia è il lunedi in cui si concentrano anche gli eventi che hanno avuto inizio il sabato e la domenica. Secondo Fimmg, infatti, nella Pa nel 2014 sono stati 1.325.187 gli eventi iniziati in questo giorno della settimana con una diminuzione del 4,97% rispetto all'anno precedente in cui tali eventi erano stati 1.394.515. La diminuzione del 4,97% riscontrata nel 2014 rispetto all’anno precedente però, avvertono i medici di famiglia, non deve trarre in inganno facendo pensare ad una inversione di tendenza: nel 2014 ci sono stati infatti ben 3 lunedì festivi in più rispetto al normale (6 gennaio, 2 giugno e 8 dicembre). Quindi si può tranquillamente affermare che, in termini relativi, anche nel 2014 si è avuto un incremento del numero degli eventi con giorno di inizio lunedì. E che l’apparente inversione di tendenza non ci sia stata, lo dimostra il numero degli eventi di malattia con giorno di inizio il martedì: in questo giorno hanno avuto inizio 967.315 eventi con un incremento del 10,38% rispetto agli 876.323 del 2013. Lo stesso discorso può essere fatto per il venerdì: nel 2014 si è avuta una diminuzione degli eventi di malattia iniziati in tale giorno pari al 1,31 %; ma se si considera che sempre nel 2014 sono stati 3 i venerdì festivi (25 aprile, 15 agosto e 26 dicembre) contro uno solo nel 2013 (1 novembre) la diminuzione attesa sarebbe dovuta essere del 3,85%.

Complessivamente nel 2014 gli eventi che hanno avuto inizio in prossimità di un giorno festivo (considerando come tale solo la domenica ed escludendo tutti gli altri) sono stati ben 2.193.349.

«Se nel comparto pubblico il numero delle giornate di malattia si riconducesse a quelle riscontrate nelle regioni più virtuose del privato - sottolinea Fimmg - si avrebbe un “risparmio” di circa 1,5 miliardi di euro legato ad esempio alla minore necessità di supplenti nella scuola o di personale “flessibile” chiamato a coprire posti scoperti dai lavoratori in malattia; di certo comunque la macchina statale sarebbe più efficiente».

Nel 2014 i 3,2 milioni di lavoratori del pubblico hanno avuto ben 1.321.605 eventi della durata di 1 solo giorno (con un aumento del 5,49% rispetto all’anno precedente); i 9 milioni di dipendenti privati 1.052.098 , in lievissima flessione (0,39%).

Un ultimo esempio: nel 2014 nel Ssn si sono avuti in media 1,1 giorni di malattia in più rispetto alla sanità privata: essendo gli operatori circa 650mila (numero pressappoco uguale nei due comparti con mansioni analoghe anche se non perfettamente identiche) ed essendo la retribuzione media di un dipendente del Ssn pari a 38.573 euro, il costo giornaliero sarebbe compreso tra i 140 ed i 153 euro che comporterebbero un “risparmio” compreso tra i 90 ed i 100 milioni di euro.

«In questo contesto - spiega Giacomo Milillo, segretario nazionale generale della Fimmg - pensare di operare un grosso taglio lineare sulle risorse già stanziate e in bilancio per il triennio 2015-2017 di circa 55 milioni di euro all’anno non otterrà un risparmio per lo Stato ma inefficienza e danno di immagine ed economico al nostro Paese. Rischierà, invece, di far fallire l’efficienza di una riforma quale il polo unico delle visite fiscali, proposta e portata avanti in questi dalla Fimmg».

Insomma, Fimmg boccia l’ipotesi di finanziare il progetto non con quanto sia già stato stanziato, ma con quanto sia stato ad oggi realmente speso dalle amministrazioni pubbliche. «Trasferire all’Inps così modeste risorse - ribadisce Alfredo Petrone, segretario nazionale del settore Inps Fimmg - significherebbe trasferire quello che fino ad oggi è stato spesso un disservizio delle amministrazioni deputate al controllo. Se si valuta la reale dimensione della “malattia” nel pubblico impiego si comprende che non trasferire adeguate risorse per la effettuazione del Polo Unico della medicina di controllo significherebbe senza ombra di dubbio risparmiare poco, spendere molto, e non applicare la legge, ed è perciò che chiederemo un confronto urgente con il ministero dell'Economia per evitare che ciò che
deve essere un miglioramento del servizio dello Stato non si traduca invece un danno, anche economico per il Sistema Italia».


© RIPRODUZIONE RISERVATA