Lavoro e professione

Blocco dei contratti pubblici, gli infermieri del Nursind ricorrono alla Cedu per avere i risarcimenti

di red. san.

Il mancato rinnovo del contratto del Pubblico impiego finirà all’esame della Corte europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu). Questa è l’intenzione resa nota dal Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che fa parte della neocostituita Confederazione generale sindacale (Cgs) insieme a Federazione lavoratori pubblici, Federazione Gilda Unams e e Unione Artisti Unams. L’iniziativa vuole ottenere la condanna del Governo a risarcire i ricorrenti per il mancato rinnovo dei contratti dal 2010 al 2015 e la mancata riapertura dei tavoli contrattuali con adeguate risorse proprio a partire la mese di luglio 2015, così come era previsto dalla stessa sentenza della Corte Costituzionale. Sono 3 milioni e mezzo i lavoratori pubblici in Italia interessati dal blocco dei contratti e 670mila soltanto nel sistema sanitario.

L'iniziativa giurisdizionale della Cgs prevede anche la presentazione di un ricorso al Tribunale di Roma per l'accertamento del diritto ai rinnovi contrattuali a far data non solo dal 30 luglio 2015 (giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della sentenza n. 178 della Corte Costituzionale), ma anche per i periodi precedenti durante i quali era stato disposto il blocco contrattuale. L’iniziativa ha un doppio valore sindacale: difesa dei diritti dei lavoratori pubblici contrattualizzati ad avere un rinnovo del contratto e un adeguamento salariale in linea con gli indici stabiliti dalle parti; difesa del valore del sindacato quale organo di rappresentanza di un gruppo organizzato di lavoratori, valore di rango costituzionale riconosciuto proprio nella sentenza 178/2015 che è alla base del ricorso alla Cedu.

Il Nursind intende ottenere un indennizzo ben più consistente dei 5 euro lordi mensili stanziati dalla Legge di stabilità 2016. La stima è superiore ai 5.000 euro per i dipendenti del comparto ed è ben più alta per l'area dirigenziale. Secondo i responsabili del Nursind, il ricorso alla Cedu potrebbe arrivare a sentenza entro due anni e sarebbe direttamente esecutivo. I ricorsi dovranno essere depositati al Cedu entro i limite massimo di sei mesi. Il Nursind inoltre rende noto che a breve in un apposito sito saranno disponibili tutte le informazioni e la documentazione necessaria per procedere singolarmente al ricorso e saranno spiegate le modalità di adesione, aperta a tutti i lavoratori del Pubblico impiego. Sull'esito positivo della vertenza il Nursind è particolarmente fiducioso, anche perché sarà supportato da un pool di avvocati esperti in questo ambito. Al ricorso potrebbero aderire più di 100mila persone su base nazionale.


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