Lavoro e professione

Gimbe, “Salviamo il Servizio sanitario”: 600 professionisti contro i tagli

di red. san.

A tre anni dal lancio della campagna “Salviamo il Nostro SSN”, la Conferenza nazionale Gimbe mantiene i riflettori puntati sulla più grande conquista sociale dei cittadini italiani: un Servizio sanitario pubblico, equo e universalistico da difendere e garantire alle future generazioni. La riprova dell’interesse è arrivata dai 600 professionisti che hanno partecipato alla riunione convocata a Bologna.

«Le evidenze sul definanziamento della sanità pubblica – ha spiegato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – sono incontrovertibili: nel nostro Paese la percentuale del Pil destinato alla spesa sanitaria è inferiore alla media Ocse e tra i paesi del G7 siamo ultimi per spesa pubblica e spesa totale, ma secondi solo agli Usa per spesa out-of-pocket, a inequivocabile testimonianza che la politica si è progressivamente sbarazzata di una consistente quota di spesa pubblica, scaricandola sui cittadini. Ci stiamo avvicinando a una soglia di definanziamento che, oltre a compromettere la qualità dell'assistenza, riduce anche l'aspettativa di vita, mentre l'avanzamento strisciante dell'intermediazione assicurativa mina silenziosamente il modello di un servizio sanitario pubblico».
In sanità si investe dunque sempre di meno, ma si continuano a sprecare preziose risorse: una voragine da 25 miliardi di euro che ogni anno viene assorbita da sovra- e sotto-utilizzo di prestazioni sanitarie, corruzione, acquisti a costi eccessivi, complessità amministrative e inadeguato coordinamento dell'assistenza. Ecco perché le stime presentate dalla Fondazione GIMBE sulle risorse disponibili per la sanità sino al 2025 indicano che – indipendentemente dalla quota di finanziamento pubblico – la sostenibilità del SSN è strettamente legata al disinvestimento da sprechi e inefficienze.
La Fondazione GIMBE in occasione della Conferenza ha presentato il framework per il disinvestimento in sanità al fine di guidare Regioni, aziende e professionisti nel recupero di preziose risorse, con strumenti e azioni che agiscono sulle tre determinanti del sovra e sottoutilizzo: (ri)programmazione sanitaria, al fine di riallineare l'offerta di servizi e prestazioni ai reali bisogni di salute della popolazione; knowledge translation per migliorare il trasferimento delle evidenze alle decisioni professionali; informazione e coinvolgimento attivo di cittadini e pazienti al fine di ridurre aspettative irrealistiche e domanda inappropriata.
«Salvare il Ssn è una “missione possibile” solo a patto che ciascuno faccia la sua parte sino in fondo – conclude Cartabellotta – La sostenibilità della sanità pubblica è nelle mani di Stato, Regioni, professionisti sanitari e cittadini che contribuiscono in maniera sinergica ad affondare il Ssn: per questo la Fondazione GIMBE a gran voce richiama tutti gli attori del sistema alle proprie responsabilità con precise richieste».


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