Lavoro e professione

Formazione, insufficienti le borse per le scuole di specializzazione e per la medicina generale

di Smi-Sindacato medici italiani

L'area giovanile del Sindacato dei Medici Italiani-Smi, “Formazione e Prospettive” ha inviato una lettera alla ministra Beatrice Lorenzin sulla nuova previsione di borse per le scuole di specializzazione e per i corsi di formazione specifica in medicina generale.
Nella missiva si critica il decreto firmato dalla Lorenzin per «l'esiguo numero di contratti messi a disposizione, in quanto questa previsione risulta essere di poco maggiore rispetto al precedente concorso», «solo 6.133», denunciando, oltretutto, come negli anni la «proporzione tra posti e numero di candidati è rimasta invariata».
Si prosegue, quindi, nella stessa linea, al ribasso, del passato: “Nell'anno accademico 2013/2014 sono stati messi a disposizione solo 5000 posti a fronte di 12.168 candidati; nell'anno 2014/2015 la quantità di borse è aumentata a un numero pari a 6000 con un numero di candidati pari a 13.188».
Salemi e Carollo, i firmatari della lettera alla ministra, quindi ricordano come dopo diverse «sollecitazioni provenienti da varie organizzazioni sindacali e di giovani medici, lo scorso anno la Parte Pubblica abbia preso impegni per un cospicuo aumento dei contratti per l'anno 2015/2016. Inoltre - aggiungono - dal suo stesso Ministero ci sono state rassicurazioni anche sul recupero di quelli non assegnati nel precedente concorso. Pertanto esprimiamo profondo sconforto nell'apprendere che il numero di borse messe a disposizione quest'anno dal Ministero sia di appena 6.133. Ci consenta, inoltre, una domanda: ai circa 6000 contratti, bisogna sottrarre le 133 borse, che corrispondono ai posti rimasti vacanti dal concorso del 2015? La formazione post lauream è diventata sempre più una chimera per noi giovani medici - proseguono amaramente - infatti apprendiamo con rammarico che anche i posti riversati al corso di formazione in medicina generale sono stati ridotti in diverse regioni. Ci chiediamo se tutto ciò - attaccano - sia frutto di uno studio sulla reale necessità del fabbisogno medico o derivi piuttosto da mancate risorse economiche».
In conclusione Fabrizio Salemi e Donata Carollo considerano «una sconfitta quanto avvenuto nei giorni precedenti in merito alla formazione post-lauream, perché anche quest'anno numerosi giovani medici vedranno fallire le proprie speranze. Come più volte espresso è necessario evitare un sistema ad imbuto, e intervenire con una reale e giusta programmazione sanitaria iniziando dall'accesso all'Università di Medicina e Chirurgia. Ci auguriamo che il ministero possa intraprendere un percorso di confronto con noi e con le altre realtà associative presenti sul territorio».


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