Lavoro e professione

Convenzione per la Medicina generale, trattative punto e a capo

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

Per esserci, il clima di dialogo c’è. Tanto che la bozza di Convenzione per la Medicina generale torna punto e a capo. A chiederlo in coro al coordinatore della Sisac (Struttura interregionale sanitari convenzionati) Vincenzo Pomo e agli altri 6-7 coordinatori regionali che insieme a lui erano presenti a questa seconda giornata di convocazione, in cui si sarebbe dovuti entrare nel vivo, sono tutti sindacati. Pur se animati da istanze sostanzialmente differenti. Il minimo comune denominatore, per tutti, è l’altolà all’“ibrido” che si configurerebbe se il nuovo Acn andasse in porto così com’è stato abbozzato: medici convenzionati ma “parasubordinati”. E qui arriva un “no” secco e collettivo. Per il resto, le posizioni sono estremamente differenti.

Ieri Fimmg e Fimp, sostanzialmente sovrapponibili nelle loro istanze, avevano espresso alla Sisac in undocumento congiunto una serie di forti perplessità e la richiesta di rimettere mano al testo, oggi accolta. Non solo: da martedì 19 , alla ripresa degli incontri, ogni sindacato presenterà agli altri e alla parte pubblica le proprie proposte di modifica, che potenzialmente confluiranno in un nuovo articolato. «L’idea - afferma il vice segretario nazionale della Fimmg Silvestro Scotti - è di arrivare a ottobre con una normativa definita e con le idee chiare anche sulla struttura della retribuzione. E magari, poiché a quel punto sarà vicina la partita della prossima legge di Stabilità, si potrebbe chiudere con una norma di garanzia in attesa degli eventuali finanziamenti che il Governo deciderà di destinare alla contrattazione nella manovra. È chiaro che se si dovesse chiudere prima, invece, sarebbe necessaria una successiva integrazione dell’Atto d’indirizzo».

Molto più tranchante la posizione dello Smi, da sempre sulle barricate contro un’ipotesi di Convenzione isorisorse e contro la continuità assistenziale “H16” disegnata dallo schema Sisac. «Domani - annuncia la segretaria nazionale Smi Pina Onotri - faremo recapitare alla Sisac una richiesta formale di rinvio del testo al Comitato di settore. Così com’è, ad avviso nostro ma anche di due giuristi cui abbiamo chiesto una consulenza, questo testo è inaccettabile e impugnabile: contravviene alla legge Balduzzi e al Patto della Salute pretendendo, da mero contratto qual è, di entrare nel merito dell’organizzazione «dell’ufficio» senza limitarsi a organizzare il lavoro. Per riformare le cure primarie non basta un Acn, serve una legge che aggiorni la 189. Siamo disponibili a procedere in via informale con trattative limitate ad aspetti puramente tecnici, ma l’impianto va rivisto. Senza contare che è inaccettabile discutere di un articolato iporisorse, dopo 9 anni di vacanza contrattuale. La Corte costituzionale è stata chiarissima in merito: servono soldi ed è masochistico trattare senza aspettare la prossima legge di Stabilità».


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