Lavoro e professione

Contratti, Cosmed promuove il tavolo tecnico-politico che si costituirà all’Aran

«In attesa di fatti concreti, è stato un incontro incoraggiante a partire dall’idea di un tavolo politico di proposte per la prossima legge di stabilità, che si presenta come un appuntamento decisivo per i rinnovi contrattuali e la tenuta del servizio pubblico». Lo sottolinea in un comunicato la Federazione di medici e dirigenti (Cosmed) all’indomani dell’incontro con il ministro Marianna Madia presso la Funzione pubblica, presenti anche il sottosegretario Rughetti e il presidente dell’Aran Gasparrini.

Per Cosmed il ministro ha esplicitamente manifestato l’intenzione di «superare il blocco dei salari e delle assunzioni» dichiarandosi disponibile a «costruire un nuovo modello di pubblica amministrazione sulla base di ciò che serve ai cittadini» e di una prospettiva che veda «crescere le professionalità».
Il ministro non ha certo garantito un incremento delle risorse per il rinnovo dei contratti, ma non lo ha nemmeno escluso, affermando che la crisi è ormai alle spalle per cui è ragionevole pensare che ad un miglioramento della finanza pubblica debbano corrispondere maggiori risorse per il lavoro e i servizi pubblici. «E' verosimile - spiega Cosmed - che il Governo abbia compreso come il raggiungimento di un contratto condiviso non possa prescindere da interventi nella prossima legge di stabilità per integrare le scarse risorse al momento disponibili».
Intanto è stato annunciato un tavolo di confronto tecnico presso Aran che entro il 15 settembre dovrà formulare proposte per la legge di stabilità ed è stata assicurata disponibilità al confronto sul precariato e sul decreto delegato sul lavoro pubblico che deve produrre un testo unico sul pubblico impiego da emanare entro il 15 febbraio 2017.
Cosmed, auspicando che la riunione segni l'inizio di un cambiamento di clima nelle relazioni sindacali, «ha apprezzato l'impostazione ed in particolare l'idea di uno stretto collegamento tra legge di stabilità e rinnovi contrattuali le cui condizioni dipendono sempre più strettamente dalla legge di stabilità. Del resto se la crisi è alle spalle lo deve essere anche per il servizio pubblico e i suoi dipendenti, i quali hanno contribuito al risanamento del Paese con una riduzione della massa salariale di oltre 10 miliardi all'anno».

La grave condizione di sotto finanziamento del servizio sanitario non consente a dieci milioni di cittadini il pieno accesso alle cure e si ripercuote negativamente sulle condizioni di lavoro. Per questo Cosmed ha invitato il Governo ad intervenire in particolare su:
- Recupero dei tagli al salario accessorio delle finanziarie 2011-2016. Infatti in questi anni non si è assistito solo ad un blocco delle retribuzioni, ma con il taglio dei fondi aziendali sono state ridotte le retribuzioni individuali. Non si può pretendere che venga sancito con un contratto una perdita salariale effettiva.
- Definizione delle tipologie di lavoro atipico compatibili con il lavoro pubblico, come previsto dalla Legge Biagi del 2003, per ridurre il precariato. Si tratta di fermare il ricorso a forme di lavoro atipico di dubbia regolarità, come il ricorso improprio a contratti libero professionali che nascondono rapporti di lavoro subordinato. Il numero dei precari nella Pa è intollerabilmente in continuo aumento e ha raggiunto (come si evince dall'ultimo conto economico) la cifra di 107mila unità.
- Estensione al lavoro pubblico e alla dirigenza, senza tetti retributivi, delle agevolazioni fiscali per il salario accessorio e per gli aumenti contrattuali.
- Estensione al lavoro pubblico delle previsioni del welfare aziendale di cui alla circolare dell'agenzia delle entrate del 15 giugno 2016.
- Staffetta generazionale, part time e provvedimenti di flessibilità in uscita, vista la consapevolezza del Governo dell'elevata età media dei dipendenti pubblici
- Fine delle “leggi speciali” che discriminano il lavoro pubblico da quello privato in numerose materie
- Proroga graduatorie concorsuali fino ad un nuovo assetto della Pa.
Cosmed, inoltre, anche lamentato «la mancata consultazione sull'Articolo 11 del decreto delegato sulla dirigenza, che peraltro non riguarda la dirigenza sanitaria e scolastica, e inviato una nota nella quale si chiede un confronto e una limitazione alla discrezionalità politica per le nomine e gli incarichi dirigenziali, senza estendere il corso-concorso dove non attualmente previsto (enti locali e regionali)». E' stato, infine, ricordato che non si è compreso quale modello contrattuale il Governo voglia adottare, dando regole e stabilità agli assetti negoziali e alle relazioni sindacali.


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