Lavoro e professione

Enpam Sicura. Nessuna soddisfazione, solo amarezza. Serve un codice etico

di Massimo Cozza (Fp Cgil Medici), Biagio Papotto (Cisl Medici) Roberto Bonfili (Uil Medici), Mauro Mazzoni (Simet)

Lo scontro in atto nell'Enpam, che parte dalla questione di Enpam Sicura, desta grande preoccupazione, e richiede cambiamenti in termini di trasparenza e di chiarezza, senza più confusione di ruoli e di responsabilità.
Riponiamo la massima fiducia nell'operato imparziale e giusto della magistratura e auspichiamo anzitutto che le dichiarazioni forti di queste ore lascino il posto a toni più morbidi, perché ci piacerebbe che la vicenda si risolvesse in una composizione pacifica e – ancorché sgradevolissimo – lasciasse solo il ricordo di un brutto episodio.
Ma avremmo certo preferito – perdonate l'ovvietà – che non si arrivasse a questo.
Sgombriamo subito il campo da possibili e meschine sensazioni di giubilo per una vicenda così brutta; triste per chi la vive con il fardello di pesanti accuse contro, e triste allo stesso modo per chi la subisce, anche solo come semplice medico iscritto. Senza dimenticare le decine di lavoratori di Enpam Sicura che rischiano di perdere il lavoro.
In un Paese dove se esistesse la disciplina olimpica del “salto sul carro del vincitore” o del “salto dal carro del perdente” vedrebbe imbarazzanti record e pioggia di medaglie, preferiamo sommessamente ricordare, come da anni ci siamo permessi di suggerire, una più marcata divisione di ruoli e responsabilità.
Purtroppo, è il caso di scrivere, siamo stati buoni profeti. Come medici ed esponenti sindacali, la diagnosi non era difficile.
E proprio qui sta il punto. Non nel merito di una inchiesta o nei risvolti di maleodoranti lotte di potere ammantate di oscuri scopi, bensì nel metodo. Nel metodo di una gestione della “res publica” che “ab ovo” (ci siano perdonati i latinismi) preveda una costituzione ed una gestione di organismi e regole orientati alla massima democrazia, pluralità, trasparenza ed apertura.
E intendiamo, qualora ci fosse ancora chi pensa come nella prima Repubblica, ad una apertura mentale, e non ad una spartizione di posti.
Da anni chiediamo che sia garantita maggiore partecipazione (anche con innovative modalità che molto modestamente abbiamo suggerito e che non sono mai state prese in considerazione) alle elezioni degli ordini, , maggiore trasparenza negli atti, anche i meno rilevanti, così da coinvolgere in modo virtuoso tutti i colleghi, anziché detenere il potere in poche mani. Ingenerando sospetti, gelosie e – come si vede – sanguinose faide.
E' arrivato, infine, il tempo di scrivere un codice etico tra chi rappresenta i medici negli ordini, nell'Enpam e nell'Onaosi, e nei sindacati, che affronti in primo luogo la questione delle incompatibilità' e dei tetti alle retribuzioni, a tutela di tutti i medici.
Ascoltate anche noi, da oggi, per non darci ragione amaramente domani.


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