Lavoro e professione

La controreplica di Milillo a Zingoni: «Il presidente non è giudice, i segretari provinciali hanno diritto di capire e votare»

Caro Presidente,
ho letto con attenzione le tue parole.
Tengo subito a chiarire che per me sei il primo e più autorevole interprete dello Statuto della Fimmg.
La tua lettura è una guida, che tutti sono chiamati a seguire.
Il tema è, però, che riguardo alla revoca delle dimissioni del segretario generale - così come riguardo alle dimissioni in senso lato - lo statuto nulla dispone, come tu stesso rilevi.
Il principio generale che citi è, in realtà, una disposizione del codice civile - e non un principio - ed in specie l'art. 1335 c.c. che reca la disciplina degli atti negoziali unilaterali recettizi, sancendo che essi producano effetto quando giungono nella sfera del destinatario.
Una norma non applicabile al caso che ci occupa, atteso che non viene in considerazione un atto negoziale, bensì - come ho chiaramente indicato nella pregressa corrispondenza - un atto politico.
Potremmo a lungo discutere a riguardo, ma il tema di fondo è che qui non si tratta di interpretare lo statuto - laddove Tu sei sovrano - bensì di interpretare il codice civile e, ancor più, la Costituzione, venendo in rilievo la stessa libertà sindacale che tutti insieme siamo chiamati a proteggere.
In questo ambito, perdonami, ma credo che l'autorevolezza della Tua posizione Ti imponga un passo indietro: il Presidente è “interprete e garante dello statuto del sindacato”, non del codice civile o della Costituzione.
Il Presidente non è un giudice. Non ne ha la scienza, nè i poteri.
È, semmai, un organo che ha il compito di evitare al Sindacato situazioni di difficoltà ed imbarazzo, che non potrei fare a meno di vivere.
Mi auguro, dunque, che Tu voglia determinarti ad assumere la migliore decisione per la Fimmg: riconoscere che spetta ai segretari provinciali riuniti in Consiglio nazionale la decisione su questioni di tale gravità, non lasciando che esse siano gestite, da un gruppo di non eletti o di dimissionari che opera nell'ombra.
I segretari provinciali hanno il diritto di capire e votare.
Tui hai il dovere di consentire loro l'esercizio delle loro sacrosante funzioni.
Su questo si fonda il nostro sindacato.
Sul sindacato si fonda ogni tua potestà.
Sul tuo operato si fonda il destino della Fimmg.
Decidi con la posatezza che ti appartiene.
Spero di aiutarti indicandoti un precedente che dirime ogni questione.
Si legge nella ordinanza del Tribunale di Roma del 23 marzo 1995, che trovi edita in (Giur. cost., 1995, con nota - ironia della sorte - del prof. Marcello Piazza): «Sinchè civiltà giuridica e buon senso avranno un posto nell'agire umano: a) le dimissioni restano atto unilaterale (anche verbale) recettizio, espressione di libertà personale, sempre revocabile sino all'accettazione e non suscettibili di apposizione di condizione».
Finchè civiltà giuridica e buon senso avranno un posto, anche nel tuo agire.
Con immutata stima.


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