Lavoro e professione

Il pronto soccorso chiede standard. Via al Congresso biennale Simeu

di Gian Alfonso Cibinel (presidente Comitato scientifico del X Congresso Simeu)

Il X congresso nazionale Simeu presenta il volto della medicina di emergenza-urgenza: come funzionano i nostri pronto soccorso e chi sono i medici e gli infermieri che ogni giorno ci lavorano, investendo conoscenze e competenze professionali, ma anche entusiasmo, impegno, fatica.

L’obiettivo dell’attività in pronto soccorso è dare risposte immediate, efficaci ed efficienti a una domanda della popolazione che si trasforma continuamente, con ampia componente sociale oltre che sanitaria. La possibilità di rispondere adeguatamente è limitata spesso da situazioni oltre il limite di rottura, per sproporzione tra le risorse disponibili e la domanda di assistenza e cura; le conseguenze di tali situazioni, come recenti casi di cronaca hanno messo in luce, sono l’aumento dei rischi per la salute e la vita dei pazienti, la compromissione della qualità tecnica e umana del servizio, anche in termini di rispetto della dignità personale e della privacy, e carichi di lavoro insostenibili per gli operatori con rischio di “burn-out”.

Le rilevazioni degli ultimi anni in Italia non hanno evidenziato un aumento significativo degli accessi in pronto soccorso, come invece si era verificato in passato; è un effetto positivo delle campagne sull’impiego responsabile dei servizi e del graduale potenziamento della rete territoriale, su cui però moltissimo resta ancora da fare. Nonostante la stabilità degli accessi, i pronto soccorso in tutta Italia continuano a registrare situazioni di criticità e di sovraffollamento; la causa reale di tali situazioni non sono i cosiddetti accessi impropri, a lungo indicati come motivo fondamentale del sovraffollamento, ma invece il blocco dei ricoveri, ovvero l’impossibilità di inviare nei reparti i malati che hanno completato la fase di valutazione e cura iniziale in pronto soccorso. La non disponibilità di posti per i ricoveri è legata al continuo taglio dei posti letto nei reparti ospedalieri, ma anche alla carenza o assenza di governo dei percorsi dei pazienti dai pronto soccorso ai reparti e dai reparti al territorio.

Nel contesto attuale di risorse limitate la medicina di emergenza urgenza ha peraltro assunto un ruolo decisivo nel sistema sanitario, anche attraverso l’introduzione di nuove funzioni e procedure, come il triage gestito dagli infermieri, che definisce le priorità di valutazione dei pazienti in accesso, l’osservazione breve (Obi), che seleziona i pazienti da ricoverare e garantisce l’efficienza dei sistemi ospedalieri, e la terapia semi-intensiva, che assicura il trattamento dei pazienti critici.

Attualmente i pronto soccorso sono sempre più snodi fondamentali delle richieste di assistenza sanitaria e di supporto sociale della popolazione; molti pazienti sono salvati, una parte sono ricoverati (15%), altri ricevono tutte le cure di cui hanno bisogno, senza più necessità di ricovero ospedaliero; in pronto soccorso si attivano spesso percorsi di cura e assistenza da proseguire al domicilio o in strutture protette.

È necessario però standardizzare il servizio offerto in tutto il Paese; il numero di specialisti in Medicina di emergenza urgenza, diplomati nelle scuole universitarie, deve essere adeguato ai fabbisogni; devono essere adeguate le regole per il reclutamento del personale; devono essere estesi a tutti gli ospedali e i pronto soccorso i Piani di gestione per il sovraffollamento, protocolli comuni per rispondere, in maniera non estemporanea ma proattiva, alle situazioni critiche.

Questo è il quadro generale che il X Congresso della Società italiana della medicina di emergenza-urgenza, che si è aperto oggi a Napoli fino al 20 novembre, analizzerà nei dettagli, per fotografare il settore dal punto di vista organizzativo, clinico e sociale, e per proporre risposte e soluzioni.

Forte del consolidamento della propria identità, e partendo dall’identificazione dei principali problemi da affrontare, come dalle principali conquiste, la Società italiana di emergenza-urgenza quest’anno apre le porte del congresso verso l’esterno, al confronto con rappresentanti dei cittadini, delle istituzioni e di altre società scientifiche che parteciperanno ai panel: sui temi trattati si cercheranno anche opinioni esterne a quelle societarie per un produttivo scambio di idee, nell’ottica di un sistema sanitario nazionale più efficace, appropriato, equo ed efficiente.

Gian Alfonso Cibinel

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