Lavoro e professione

Intersindacale medica e sanitaria: «Questa legge di bilancio non va bene!»

di Intersindacale medica, veterinaria, sanitaria

La legge di bilancio 2017 è approdata, nel formato consueto del maxiemendamento di un solo articolo e migliaia di commi, al voto della Camera dei Deputati senza recepire le richieste delle organizzazioni sindacali della Dirigenza medica e sanitaria, tese a ottenere, senza oneri per la finanza pubblica, la fine della sottrazione di risorse dai fondi contrattuali.
Bocciare le richieste di chi cura la salute dei cittadini solo per permettere alle Regioni di continuare a fare cassa con i soldi degli stipendi di medici e sanitari è una vergogna da terzo mondo.

Una legge prodiga di bonus e prebende di tutti i tipi per settori che probabilmente rappresentano priorità di maggior rilevanza elettorale. Una legge che viene spacciata per panacea che però non affronta seriamente alcuno dei problemi della sanità che avevamo evidenziato come la mancanza di personale che non sarà assunto in ragione delle carenze e dell'invecchiamento dei sanitari mentre migliaia di giovani laureati e specializzati cercano occupazione, con un precariato cronicizzato nei decenni per mantenere in vita i servizi essenziali, con trattamenti economici sempre meno remunerativi e sempre meno premianti il merito, con una burocrazia oppressiva da paese sovietico e una esposizione al rischio sempre maggiore di medici e pazienti di fronte a liste d'attesa indecenti. Tutto ciò compromette fortemente la sicurezza nella quasi totalità degli ospedali specie nei pronto soccorsi, nelle sale operatorie, nelle sale parto e nelle terapie intensive.

Una legge di bilancio che continua a punire categorie professionali che reggono un servizio che garantisce un diritto fondamentale quale la salute dei cittadini. Nonostante tutto e nelle condizioni di lavoro peggiori dell'ultimo decennio.

Rimangono sul tavolo cifre incerte su tempi e numeri delle stabilizzazioni, le cui risorse esigue sono al di sotto di quanto necessario, insieme con un finanziamento contrattuale simbolico, dopo 7 anni di blocco, inferiore a quello concesso ad altri settori del pubblico impiego ed a quello di edili, chimici, metalmeccanici. Un piatto di lenticchie che non corrisponde all'enfasi che il Premier attribuisce al riconoscimento del merito e che non attribuisce una essenziale distinzione e dignità professionale di un lavoro che del Ssn è valore fondante.

Non è stata neppure presa in considerazione la proposta di equiparare il lavoro pubblico a quello privato per quanto concerne la defiscalizzazione di parte del trattamento di risultato per generare maggiori fattori di incentivazione e porre riparo a una scandalosa iniquità, di rilievo costituzionale, che vede ancora una volta il lavoro pubblico penalizzato. Con questa legge di bilancio si allontanano le condizioni per trasformare un ordinario rinnovo contrattuale in un contratto nuovo.

La sanità non sta a cuore al Governo e tanto meno lo sono i suoi dipendenti, ai quali viene rivolto sempre più forte il messaggio “scappatevene”, facilitando magari le vie di fuga - senza sostituzione - da un sistema privo ormai di ogni forma di gratificazione professionale ed economica.

Il Ministro Madia, addirittura, minaccia, dopo la bocciatura della riforma della Pa, uno stop alla contrattazione e ribadisce l'orientamento del Governo a privilegiare i salari più bassi con il rischio di penalizzare ulteriormente la dirigenza pubblica, compresi i medici ed i dirigenti sanitari.

A queste condizioni non ci resta che continuare a difendere ruolo, dignità e valore del lavoro che svolgiamo e con tutti i mezzi legittimi invocare un estremo, e forse ultimo, intervento del Senato per apportare gli emendamenti necessari. Persino scioperare il 28 scorso ci è stato precluso dalla commissione di garanzia.

Ma non ci potranno impedire di farlo all'infinito, così come non sarà facile riportare la calma negli ospedali e nei servizi dove continueremo a spiegare ai cittadini, ai pazienti e all'intero paese, quale destino il Governo sta preparando alla loro salute.

Per il Governo siamo l'ultima ruota del carro. Ma la sanità, quando si rompe, trascina con sé l'intero carro. Sulla salute il quesito è chiaro: o la si sostiene o la si affossa. Questa legge di bilancio deve essere cambiata . Il parlamento deve ascoltare le nostre richieste e la deve modificare.


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