Lavoro e professione

Gullotta (Parafarmacie): «Il presidente Fofi lavori per tutti i farmacisti»

di Ro. M.

«Vogliamo un presidente che rivolga il suo sguardo a tutti i farmacisti, anche a quelli fuori dal mondo farmacia. Vogliamo un presidente che guardi allo spirito di iniziativa che tanti giovani farmacisti nelle parafarmacie hanno messo in campo, alle iniziative spesso nate dall'intraprendenza del singolo farmacista che ha cercato di offrire servizi e attività che auspichiamo un giorno la farmacia dei servizi possa inglobare». È questo l’invito lanciato da Davide Giuseppe Gullotta, presidente Federazione nazionale parafarmacie italiane , ad Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani che secondo Gullotta avrebbe «il dovere statutario di tutelare e lavorare per l'intera categoria di farmacisti, sostenendone ogni legittima e riconosciuta esperienza che non sia unicamente quella della Farmacia». Sullo sfondo c’è il dibattito sui problemi occupazionali dei giovani farmacisti e sull’impatto delle liberalizzazioni, sia quelle parzialmente realizzate sia quelle preannunciate dal Ddl concorrenza, che dovrebbe rientrare in pista al Senato, con tutte le incertezze del quadro politico.

Gullotta ricorda le battaglie prioritarie che superano gli steccati interni alla categoria: «Ci sono battaglie comuni - sottolinea - che come farmacisti di parafarmacia portiamo avanti con il nostro presidente così come quando Mandelli afferma che l'ingresso dei capitali e della Gdo rischia di danneggiare ulteriormente il mondo dei farmcisti italiani».

Ma le Parafarmacie evidenziano anche altre emergenze: «Potenziare il ruolo del farmacista in ospedale; nelle cliniche; così come nelle carceri; allargarne le competenze e i campi d'azione: vogliamo che siano questi gli obbiettivi del nostro presidente».

E Gullotta conclude con un invito a valorizzare l’esperienza delle perafarmacie: «Le parafarmacie sono una risorsa: migliaia di farmacisti non potendo contare sulla dispensazione dei farmaci di Fascia C e Fascia A, hanno esplorato le possibilità di una professione antica e bellissima, spesso naturalmente riscoprendola. Esperienze e tentativi lasciate all'inziativa del singolo e spesso osteggiate, ma che andrebbero valutate e valorizzate, proprio nell'ottica di una riscoperta e tutela di tutta la professione».


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