Lavoro e professione

Dolore pediatrico misurato solo in un Pronto soccorso su quattro. Al via un progetto formativo del Gruppo Piper

Formare e sensibilizzare medici e infermieri dei Pronto Soccorso italiani sulla corretta gestione del dolore nel bambino, mettendo a loro disposizione percorsi e materiali didattici, costruiti sulla base di best practice. Questo l'obiettivo del nuovo progetto del Gruppo Piper (Pain in Pediatric Emergency Room), un network di 36 Ps italiani, pediatrici e generalisti, sostenuto dal contributo incondizionato di Angelini e impegnato, dal 2009, a migliorare il trattamento antalgico dei piccoli pazienti nel setting di cura dell'emergenza.

Secondo la modalità di “Formazione a cascata”/Train the trainer”, nel mese di febbraio è stato formato un primo gruppo di medici di Pronto Soccorso, anestesisti e infermieri, rappresentanti di 13 centri Piper, a ciascuno dei quali è stato affidato l'incarico di provvedere - entro la fine del 2017 - alla formazione degli operatori sanitari locali, non solo nell'ambito della propria realtà ospedaliera ma anche in due centri limitrofi.

Ai professionisti è stato fornito un kit completo, con video, slide interattive e test, indicazioni per il docente e opuscoli per i discenti. Il programma, suddiviso in tre format distinti, rispecchia le raccomandazioni predisposte negli anni dal Gruppo Piper: generalità (valutazione e misurazione del dolore in PS, gestione del dolore in triage, trattamento antalgico con farmaci e non), dolore procedurale (da venipuntura, rachicentesi e sutura chirurgica) e dolore acuto (addominale, associato a trauma, nel bambino con anemia falciforme e con deficit neurocognitivo). Entro dicembre 2017 è inoltre prevista la realizzazione di un secondo evento “Train the trainer”, che coinvolgerà con le stesse modalità tutti gli altri centri Piper. In totale, si prevede che il progetto raggiungerà oltre 100 Pronto Soccorso sparsi su tutto il territorio italiano.

«Oltre 6 bambini su 10 che accedono al Pronto soccorso - spiega Franca Benini, responsabile Centro Regionale veneto di Terapia antalgica e Cure palliative pediatriche, Dipartimento di Pediatria dell'Università di Padova e Responsabile scientifico del Gruppo Piper - lamentano dolore ma solo nel 26% dei reparti di emergenza si utilizzano scale validate per la misurazione della sofferenza e recenti studi evidenziano un importante sottodosaggio di farmaci analgesici, soprattutto nei pazienti più piccoli» .

«In questi anni, abbiamo lavorato per sviluppare strumenti e best practice - continua Benini - per migliorare la gestione del dolore pediatrico nei Ps: ora si apre una nuova fase, dedicata alla formazione degli operatori sanitari, attraverso un programma didattico strutturato sulla base delle nostre raccomandazioni e fruibile in base alle esigenze dei singoli centri, per superare le loro criticità. Allo scopo di monitorare i risultati del progetto, abbiamo inoltre definito dei modelli di valutazione della ricaduta formativa, in termini di vantaggi per i piccoli pazienti. Il passo successivo sarà far comprendere anche alle persone che giungono in Pronto Soccorso che il dolore è dannoso e può essere sempre controllato: solo così gli sforzi che stiamo compiendo a livello sanitario, associati a una nuova presa di coscienza, potranno cambiare la storia di questo sintomo all'interno della medicina».

«Siamo un gruppo di professionisti animati dallo stesso obiettivo: aumentare la cultura del dolore di pediatri e operatori che si trovano a gestire bambini all'interno del Pronto Soccorso”, dichiara Antonio Urbino, Direttore Struttura Complessa Pediatria d'Urgenza, Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino e componente del gruppo di docenti a cui è stata affidata la formazione nell'ambito del progetto. «La Legge 38 del 2010 ha sancito il diritto del minore a un adeguato controllo antalgico, prevedendo specifici percorsi organizzativi e assistenziali su tutto il territorio nazionale. È quindi doveroso, nonostante le difficoltà e i tempi serrati di un ambiente di emergenza, pensare alla sofferenza dei piccoli pazienti già nella prima fase della presa in carico. È necessario misurare il dolore e mettere in atto tutte le procedure necessarie per ridurlo al minimo. Ci auguriamo che il progetto formativo a cui abbiamo dato vita grazie al progetto Piper possa diffondersi il più possibile, in modo tale che, dove c'è un bambino che soffre, esista anche una corretta gestione del dolore».

«A volte – aggiunge Paolo Biban, Direttore Pediatria ad Indirizzo Critico, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e membro del board dei formatori - per la concitazione tipica di un Pronto Soccorso, l'operatore sanitario non riesce sempre a prestare un'adeguata attenzione al dolore dei pazienti pediatrici; in altre occasioni, invece, per timore, pregiudizi o semplice scarsa conoscenza, non si cura in maniera tempestiva la sofferenza perché si temono gli effetti collaterali del trattamento antalgico, oppure perché si pensa che la cura analgesica possa mascherare il quadro clinico e ritardare la diagnosi. È quindi fondamentale informare e sensibilizzare i professionisti su come affrontare il dolore nel bambino in emergenza, senza dover improvvisare ma basandosi sulle evidenze scientifiche, avendo a disposizione protocolli condivisi, possibilmente su tutto il territorio nazionale. Ritengo che la nostra esperienza formativa debba essere portata avanti e implementata nel tempo, e che questo stesso modello possa essere applicato con successo anche in altri ambiti dell'emergenza pediatrica. In ogni caso l'obiettivo sarà sempre quello di migliorare la qualità dell'assistenza dei piccoli pazienti e delle loro famiglie».

«Siamo a fianco del Gruppo Piper sin dai suoi esordi», conclude Fabio De Luca, Chief Commercial Officer di Angelini. «Finora lo sforzo di questo Gruppo si è concentrato sul produrre documenti affidabili, referenziati ed applicabili che aiutassero a rendere più omogenea ed efficace la gestione del dolore nei piccoli pazienti. Con questa nuova iniziativa si affronta il vero scoglio nell'applicazione sia della legge 38/2010 che di qualsiasi linea guida: il livello di conoscenza di queste tematiche ancora migliorabile e una maggiore comprensione delle ricadute negative di una errata gestione del dolore. In questo progetto formativo il Gruppo Piper offrirà le competenze acquisite negli ultimi anni ad una platea ampia, mettendosi direttamente in gioco con l'obiettivo che le best practice siano recepite nella maniera più capillare possibile anche nelle strutture sanitarie non aderenti al network PIPER, garantendo in questo modo a ogni bambino il diritto a non soffrire».


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