Lavoro e professione

Risk, i medici legali: «Più ombre che luci nella nuova legge»

«La legge Gelli sulla responsabilità medica, approvata di recente dal Parlamento, presenta più ombre che luci. Allo stato attuale, in attesa dei decreti attuativi, temiamo che ci siano problemi rilevanti di contrasto tra strutture sanitarie e medici, che è esattamente il contrario del risultato che noi auspicavamo». Lo ha detto Paolo Arbarello, presidente onorario del Sismel - Sindacato degli specialisti in medicina legale e delle assicurazioni, intervenendo al convegno su “La responsabilità professionale sanitaria”, svoltosi a Roma. «Questo primo confronto sul provvedimento tra giuristi, magistrati e medici legali fa emergere un'altra questione importante a proposito del ruolo e della funzione dei medici legali: questo affiancamento obbligatorio per legge con altri professionisti è qualcosa che a nostro parere non corrisponde a quanto avvenuto fino ad oggi e deve avvenire nelle aule di giustizia - ha aggiunto Arbarello - . È il medico legale che, in tema di responsabilità professionale, deve decidere se farsi affiancare o no, poiché in molti casi non è necessario l’affiancamento con un clinico ed in linea generale è indispensabile la presenza del medico legale nelle consulenze tecniche e nelle perizie, perché è l’unico in grado di unire principi giuridici con principi di clinica e di buona pratica medica».
«Le legge sulla responsabilità medica riguarda non solo il welfare e il diritto alla salute dei pazienti e delle vittime di un accadimento negativo, ma anche e soprattutto l'aspetto processuale e il rapporto medico-paziente che viene profondamente alterato - ha evidenziato l'avv. Giuseppe Mazzucchiello, presidente dell’Associazione Valore Uomo - . Ci auguriamo che questo rapporto venga migliorato, ma la sensazione che traspare dalla lettura della legge e' che ne uscira' alterato. All'atto pratico, ci si accorgera' che andra' a peggiorare la situazione esistente che, se fosse stata lasciata in mano alla giurisprudenza e alla sua possibilita' di adeguarsi ai tempi che cambiano, probabilmente sarebbe stato meglio. L'impianto iniziale del ddl Gelli è stato completamente trasformato. Di quello originario, è rimasto ben poco».
«L’aver ospitato e coinvolto a Roma tante figure professionali quali avvocati, magistrati, medici legali, ci inorgoglisce perché si è trattato di un tema strettamente legato a diritti costituzionalmente garantiti come il diritto alla salute e alla giustizia», ha aggiunto l’avvocato Paolo Voltaggio, presidente di Laboratorio Forense.


© RIPRODUZIONE RISERVATA