Lavoro e professione

Assistenza e solidarietà: quando un euro ne genera due. Lo studio sulla Fondazione Ant

di Human Foundation

Un euro destinato ad Ant genera quasi il doppio del suo valore in termini di benefici sociali
Per ogni euro investito nelle attività di Fondazione ANT, il valore prodotto è di 1,90 euro: sono i risultati di uno studio sulla Onlus condotto da Human Foundation, organizzazione non profit presieduta da Giovanna Melandri, che promuove la collaborazione tra imprese, pubblica amministrazione, terzo settore e altre realtà, per generare e realizzare soluzioni innovative ai problemi sociali.
Lo studio, realizzato grazie al sostegno di Mylan, si è concentrato sui servizi offerti, in particolare nella zona di Bologna, da ANT, la più ampia realtà non profit in Italia per le attività gratuite di assistenza specialistica domiciliare ai malati di tumore e di prevenzione oncologica. L'analisi mette in luce come il modello d'intervento di ANT generi un impatto sociale significativo per i propri beneficiari, in particolare per gli assistiti e i caregiver.
La valutazione ha utilizzato la metodologia Social Return on Investment (SROI), realizzando un profondo processo di coinvolgimento degli stakeholder e impiegando metodi di analisi quantitativi controfattuali, al fine di comprendere e misurare il cambiamento generato dai servizi di Fondazione ANT.
Accanto all'analisi quali-quantitativa degli effetti vissuti dagli stakeholder, la valutazione ha condotto anche una stima del valore monetario di questi, indicando rilevanti benefici sociali sia per gli assistiti, in particolare per quanto riguarda la gestione efficace della malattia e del dolore fisico, la conciliazione della malattia con la propria quotidianità, e il rispetto della privacy e dell'intimità. Impatti positivo anche per i caregiver in termini di resilienza (la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà) e di azione positiva sulla preservazione delle dimensioni sociali e personali di vita.
È importante anche sottolineare i benefici psicologici e sociali vissuti dallo staff e dai volontari di Fondazione ANT, i quali sviluppano relazioni positive con gli assistiti e i caregiver, accrescono la consapevolezza delle proprie emozioni, intraprendono un'importante crescita spirituale, il tutto a vantaggio della qualità e dell'efficacia dello stesso intervento di Fondazione ANT.
Il valore netto totale del beneficio sociale creato dal servizio è pari a 10.581.390,64 euro: a fronte di un investimento di 5.580.315,50 euro sulla sola sede di Bologna e provincia, il ratio SROI è di 1,90; ossia, per ogni euro investito, il valore prodotto è di 1,90 euro. Nella composizione del ratio il peso maggiore è quello degli assistiti, con 6.215.434,41 euro di valore generato, e dei caregiver, con un valore di 2.587.383,65 euro. In misura minore il valore generato per lo staff, 1.598.428,15 euro, e per i volontari, 180.144,43 euro.
Il ratio SROI evidenzia quel valore sociale che deve essere preso in dovuta considerazione nei processi di disegno e finanziamento delle politiche pubbliche. L'analisi SROI vuole, quindi, dare valore a quegli aspetti psicologici e sociali fondamentali per garantire la missione perseguita da Fondazione ANT di proteggere il benessere e la dignità della persona ammalata e delle famiglie – ovvero ciò che ANT chiama Eubiosia.
I risultati emersi dal processo di misurazione hanno consentito di individuare una serie di raccomandazioni per rafforzare ulteriormente l'efficacia del modello di Fondazione ANT e stimolare una riflessione riguardo le politiche a sostegno della promozione e diffusione delle cure palliative: favorire il mantenimento delle relazioni sociali dei pazienti, sviluppare un lavoro maggiormente mirato sul caregiver e supportare l'équipe nella gestione della relazione con le famiglie degli assistiti.
In attesa dei decreti attuativi della riforma del Terzo Settore che dovrebbero comprendere anche la misurazione dell'impatto sociale, ANT ha già recepito l'esigenza di trasparenza avviando, tra le prime in Italia, uno studio su questo – commenta Raffaella Pannuti, presidente di Fondazione ANT - In questo modo siamo venuti incontro a due esigenze. La prima di dimostrare che un modello qualitativamente eccellente a detta delle testimonianze che giornalmente ci arrivano è anche supportato da parametri quantitativi stringenti. La seconda è che tale modello di assistenza, qualitativamente e quantitativamente eccellente abbia dei criteri di economicità e replicabilità che, in un momento in cui si continua a parlare di tagli alla sanità, debba essere studiato e applicato dal nostro sistema sanitario nazionale con più fiducia e determinazione per ovviare alle carenze dell'assistenza ai sofferenti cronici in fase avanzata e avanzatissima.


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