Lavoro e professione

Migranti, la guida di Terre des Hommes per la presa in carico dei minori non accompagnati

di Federica Giannotta (responsabile Progetti Italia di Terre des Hommes); Giancarlo Rigon (Coordinatore scientifico della Guida Modello Faro)

Edris a 16 anni è arrivato al porto di Augusta dopo un viaggio lungo sei mesi che dal suo Paese di nascita, la Somalia, lo ha portato in Libia e poi, dopo una fortunosa traversata del Mediterraneo, in Italia. La sua non è stata una scelta: il gruppo terroristico Al-Shabaab lo aveva rapito per farne un bambino soldato. Detenuto per tre mesi, Edris era riuscito a scappare e non poteva tornare a casa. Quindi ha intrapreso il lungo viaggio da solo, attraversato il Sahara in balia dei trafficanti, subìto torture e umiliazioni, assistito a violenze inaudite in Libia, e infine ha temuto di perdere la vita a un passo dalla salvezza, quando il gommone su cui si era imbarcato stava per naufragare prima che una nave di soccorso venisse a salvare lui e le altre persone che ci stavano dentro.

La prima notte trascorsa in banchina dopo lo sbarco ad Augusta il ragazzo ha cercato di fuggire, convinto da alcuni adulti connazionali che se fosse restato e si fosse lasciato prendere le impronte digitali non avrebbe piu potuto raggiungere lo zio in Svezia. Informata dell'accaduto, l'equipe di Terre des Hommes presente nel porto per dare assistenza ai minori in arrivo, lo ha avvicinato, offrendo ascolto e informandolo sulla possibilitàdi raggiungere lo zio per vie più sicure. Durante il primo colloquio con la nostra psicologa il ragazzo è apparso visibilmente abbattuto, diffidente e stanco. Sentiva freddo e aveva mal di denti. Nel tardo pomeriggio, un gruppo di ragazze somale èstato trasferito dal porto a un centro di accoglienza. Per Edris e stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Vagava per il piazzale del campo singhiozzando e gemendo, respirando a fatica. Accompagnato dentro la tenda dell'Azienda Sanitaria Provinciale - un luogo caldo e piu ospitale - Edris ha smesso di piangere ma sono diventati più evidenti i sintomi di uno stato ansioso acuto, con battito cardiaco e respirazione accelerati e momentanei stati di assenza. La psicologa ha offerto il necessario supporto e contenimento emotivo. Dopo circa venti minuti il minore ha iniziato a ristabilirsi, riprendendo a respirare regolarmente. A questo punto è stato possibile avere con lui un colloquio piu approfondito, nel quale Edris ha espresso la propria incapacità di tollerare la permanenza al porto per la sua condizione di fragilità psicologica indotta dalle precedenti esperienze traumatiche. Sperando di trovare sicurezza e aiuto una volta giunto in Europa e ritrovandosi invece in una situazione caotica e precaria, il ragazzo era emotivamente crollato e in quel momento non sembrava in grado di attivare le proprie risorse personali per far fronte alla situazione.

L'equipe di Terre des Hommes ha quindi concordato con il personale dell'Asp che il ragazzo trascorresse la notte nella loro tenda, per mantenerlo in un ambiente piu confortevole e contemporaneamente poter monitorare le sue condizioni. La mattina seguente l'equipe ha segnalato la condizione di vulnerabilita del ragazzo al Servizio Sociale del Comune, chiedendone il rapido trasferimento in una struttura in grado di rispondere ai suoi bisogni di protezione e cura. Nella stessa giornata Edris è stato trasferito in un centro di seconda accoglienza. L'équipe ha quindi contattato il responsabile e lo psicologo della struttura per condividere informazioni e riflessioni utili ad una migliore presa in carico del ragazzo.

Questo è solo uno dei 70 casi di supporto psicologico individuale a minori stranieri non accompagnati (Mnsa) che Terre des Hommes, nell'ambito del progetto Faro, ha seguito nel corso del 2016 al porto di Augusta. Questo intervento rappresenta, in uno scenario complesso e difficile, un tentativo di risposta efficace ai bisogni dei bambini e ragazzi che giungono da soli sulle nostre coste.

Nel 2016 su 10 minori sbarcati in Italia 9 non erano accompagnati da familiari e i Mnsa rappresentavano il 14,2% del totale dei migranti. Secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali al 31 dicembre 2016 si registravano sul territorio italiano 17.373 minori stranieri non accompagnati, ben il 45,7% in piùdell'anno precedente. Ma oltre 6.000 (pari a un terzo del totale!) risultavano irreperibili essendosi dileguati poco dopo lo sbarco, fuggendo dai centri di prima accoglienza, con evidenti rischi per la loro incolumità fisica e psichica.

I minori migranti non accompagnati dunque costituiscono una popolazione complessa dal punto di vista dell'accoglienza e della presa in carico perche portatori di domande di cura e di bisogno di protezione uniche. La legge Zampa (n.47) recentemente approvata dovrebbe correggere le disfunzioni del sistema di accoglienza attuale, che costringe a lunghe permanenze in strutture non adeguate, nate per essere solo un luogo di transito e che quindi non sono attrezzate a fornire una reale presa in carico della persona, per l'assenza di servizi qualificati quali supporto sociale, educativo, sanitario, psicologico.

Terre des Hommes, ong che da quasi 60 anni è in prima linea per la protezione dei bambini nel mondo, opera in Sicilia con il progetto Faro sin dal 2011, anno della cosiddetta “Primavera Araba”, per assistere i minori migranti. Da questa lunga esperienza è nata la «Guida al Modello Faro: Salute Mentale e Supporto Psicosociale a minori migranti non accompagnati e a famiglie con bambini in prima accoglienza» che è stata presentata a Palermo l'11 maggio nella sede dell'Ordine dei Medici ed è liberamente scaricabile alla paginahttp://www.terredeshommes.it/dnload/GuidaFARO-2017.pdf .

La guida si propone di sistematizzare il peculiare modello d'intervento seguito da Terre des Hommes, unico nel suo genere in Italia, che si basa sulle autorevoli Linee Guida dell'Inter-Agency Standing Committee (Iasc) per la salute mentale e il supporto psicosociale nelle situazioni di emergenza. Emergenza non solo perché tale viene considerato il massiccio fenomeno migratorio di cui è interessata l'Italia, ma anche e soprattutto per il fatto che i soggetti assistiti si trovano in condizione di enorme sofferenza a causa di conflitti armati, crisi alimentari, disastri naturali e discriminazioni.

La piramide della presa in carico
L'azione umanitaria intrapresa da Terre des Hommes nei confronti dei minori migranti nei contesti di prima accoglienza (banchine dei porti, hotspot, centri di prima accoglienza) è fondata sui 6 principi fondamentali delle Linee Guida Iasc. Oltre a ribadire che chi presta assistenza deve promuovere i diritti umani e agire con imparzialità (1. Diritti umani ed equità), valorizzare la partecipazione dell'utenza nei percorsi di supporto e cura (2. Partecipazione), si deve fare attenzione a non causare danni involontari, dato che il sostegno alla salute mentale è potenzialmente rischioso, in quanto si misura con tematiche altamente sensibili (3. Non nuocere). Non va dimenticato che tutti i gruppi colpiti dalle emergenze hanno risorse per sostenere la propria salute mentale e benessere psicosociale, quindi occorre costruire sulle risorse disponibili e sulle competenze locali (principio n.4) e creare sistemi integrati d'aiuto (principio n.5) evitando la proliferazione di servizi d'assistenza isolati e frammentati. Infine, occorre ricordare che nelle situazioni d'emergenza le persone sono colpite in modo diverso e richiedono tipi d'aiuto differenti. Pertanto va sviluppato un supporto a livelli multipli (principio n.6), con un sistema stratificato di aiuti complementari che soddisfino i bisogni dei diversi gruppi. Questo sistema può essere illustrato da una piramide, che alla base ha i servizi di base e sicurezza, che vengono usufruiti da tutti, seguiti dagli aiuti alle comunità e alle famiglie, per un numero più ristretto di utenti.

Andando verso il vertice della piramide il livello seguente è quello degli aiuti mirati, non specializzati, per utenti che – oltre a quanto previsto nei primi due livelli, richiedono interventi maggiormente focalizzati sull'individuo, sulla famiglia o il gruppo, e infine i servizi specializzati, che occupano la punta della piramide e rappresentano il sostegno aggiuntivo per quella piccola percentuale di utenza la cui sofferenza, nonostante il sostegno previsto nei livelli precedenti, è intollerabile e può avere significative difficoltà nella vita quotidiana.

Analogamente le équipe impiegate nel Progetto Faro sono multidisciplinari ed estendono la loro attività su tutti e quattro i livelli della piramide degli interventi di salute mentale e di supporto psicosociale. Costituiti da psicologhe, mediatrici culturale e sociologhe/antropologhe (al momento lo staff è tutto al femminile) i due team sono attivi nella provincia di Ragusa, con una presenza costante nel porto e nell'hotspot di Pozzallo, nel Cpa delle Suore Salesiane a Pozzallo e nel centro Casa delle Culture di Scicli; e nella provincia di Catania e Siracusa, prestando assistenza psicologica e psicosociale nei centri Il Nodo a Catania, San Francesco a Caltagirone (CT) e Capocorso (SR).

Nei primi due livelli di servizi di base e aiuto alle famiglie rientrano tutte le attività svolte dall'equipe di Faro per l'orientamento ai servizi disponibili al migrante nei diversi contesti nonché le azioni di raccordo tra di essi e l'utente. Queste azioni permettono all'individuo di ricollocarsi nel nuovo spazio – tempo, assumendo maggiore consapevolezza del senso della propria presenza in un dato luogo, mettendo a disposizione dell'utenza strumenti utili a riattivare la sua capacità di coping che ancora esiste ed è forte.

Nel terzo livello della piramide si inserisce tutto l'ampio spettro di interventi di natura psicosociale offerto dallo staff per aiutare il minore a riacquisire un senso di sicurezza, riattivare le proprie risorse interne per una rivalutazione del proprio progetto di vita rispetto al nuovo scenario in cui si trova, nonché acquisire strumenti utili a costruirlo nel periodo di permanenza nei centri. Al vertice della piramide si collocano gli interventi di supporto psicologico mirati posti in essere dagli esperti psicologi di Faro, la presa in carico di medio/lungo periodo dei minori nonché le segnalazioni ai servizi del territorio dei casi vulnerabili. Nel 2016 sono stati 5.494 i bambini e i ragazzi che hanno beneficiato di assistenza psicosociale e 233 coloro che sono stati seguiti con un supporto psicologico individuale dal team del progetto Faro.

I numeri non rendono, ovviamente, l'impegno e la costante attenzione degli operatori nell'aiutare questi bambini e bambine a guardare con fiducia al loro futuro, mettendosi alle spalle le esperienze traumatiche che mai avrebbero dovuto vivere.


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