Lavoro e professione

Tariffe dei professionisti, una battaglia per la correttezza e la salute

di Gianfranco Prada (presidente Associazione nazionale dentisti italiani - Andi)

A differenza delle altre libere professioni che hanno sfilato sabato scorso a Roma per chiedere la reintroduzione del tariffario minimo abolito dalla Legge Bersani, per l’odontoiatria questa battaglia ha una doppia valenza.
La prima è comune agli altri professionisti: la tutela del nostro lavoro e dei nostri giovani dai “poteri forti”, che nel nostro caso sono i grandi gruppi sanitari di proprietà dei fondi di investimento e della finanza, ma anche dei “service” a cui alcune Asl hanno demandato la gestione dei servizi odontoiatrici del Ssn, che come obiettivo hanno il profitto e quindi “comprare” e “vendere” prestazioni sanitarie al minor costo possibile. In queste strutture spesso i giovani colleghi sono costretti, pur di avere un'occupazione, ad accettare collaborazioni per meno 10 euro l'ora e senza tutele, visto che lavorano come collaboratori con partita iva.
La seconda, certamente la più importante e per la quale la politica dovrebbe prestare ben più attenzione, è la tutela della salute dei cittadini, e qui forse sta la differenza con le altre professioni. Infatti, una delle proposte di legge avanzate dalle associazioni degli avvocati prevede che il tariffario minimo non valga nel rapporto diretto con i cittadini. Reintrodurre il tariffario minino per le prestazioni odontoiatriche, invece, risulterebbe estremamente utile ai pazienti che hanno sempre più bisogno di cure, oggi in balia dei messaggi pubblicitari scorretti che offrono terapie indicando tariffe impossibili o ancora sconti su tariffari minimi che in realtà non esistono. Un tariffario indicativo permetterebbe ai pazienti di valutare, scegliere ed anche insospettirsi di fronte alle tariffe particolarmente basse, usate solo come mezzo di accaparramento.
In tal senso deve essere letta la nostra richiesta, che come Andi avevamo anche avanzato al Presidente della Commissione Lavoro del Senato , On.le Damiano, quando si stava discutendo del Jobs Act sul Lavoro Autonomo. Purtroppo non siamo stati allora ascoltati, ma ci fa piacere sentire che ora diversi politici si stiano orientando favorevolmente rispetto alla necessità di prevedere l'equo compenso e le tariffe di riferimento. Naturalmente, demandando agli Ordini professionali – nel nostro caso quello dei medici ed odontoiatri – di indicare, secondo criteri oggettivi, non solo il costo delle prestazioni ma anche gli standard minimi di qualità da rispettare.
Peraltro, per il settore odontoiatrico molto lavoro è già stato fatto. Andi, una decina di anni orsono, ha raccolto il range delle tariffe di riferimento sul territorio ed elaborato un tariffario indicativo delle prestazioni odontoiatriche, nato sulla base di precisi centri di costo studi ed in molti casi utilizzato in ambito giudiziario e nelle cause di rimborso per assicurazioni o contenzioso medico-paziente. Sugli standard minimi la nostra Associazione fa parte del Tavolo al Ministero della Salute che ha realizzato, e tiene aggiornate, le Raccomandazioni Cliniche in Odontostomatologia, elaborate anche con l'obiettivo di garantire livelli qualitativi delle prestazioni odontoiatriche.
Per l'odontoiatria, quindi, gli strumenti sono già pronti e serve solo una legge che li istituzionalizzi, permettendo ai cittadini, finalmente, di districarsi tra false promesse e prestazioni a prezzi impossibili.


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