Lavoro e professione

Cannabis, il caso delle sette farmacie sanzionate per pubblicità indiretta

di Filodiretto - Federfarma

Per ora sono sette, ma nelle prossime settimane potrebbe allargarsi ulteriormente il numero delle farmacie sanzionate dai Nas perché citate da siti e motori di ricerca che elencano gli esercizi in cui si eseguono preparazioni a base di cannabis terapeutica.

È l'ultimo aggiornamento di una vicenda iniziata quattro mesi fa e rimasta finora circoscritta a una limitata cerchia di titolari: il via lo dà la segnalazione che il ministero della Salute (Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico) trasmette il 16 gennaio ai Carabinieri dei Nas; nella comunicazione sono segnalati gli indirizzi di quattro farmacie (due emiliano-romagnole, una toscana e l'ultima abruzzese) che dopo la prima commercializzazione della cannabis “militare” coltivata a Firenze avrebbero inviato «ingenti richieste di acquisto». Successive verifiche, continua la nota del dicastero, avrebbero fatto scoprire sui siti di tali farmacie «materiale di propaganda pubblicitaria relativo a preparazioni a base di cannabis a uso medico, disponibili presso i siti delle farmacie stesse e sul portale denominato Let's weed (seminiamo, ndr). Dalla libera consultazione di tali siti, sembrerebbe possibile anche l'acquisto online e l'invio per posta».
Allertati dal ministero, i Nas visitano le quattro farmacie per metà febbraio e dopo qualche settimana arrivano le sanzioni: 8.600 euro a titolare, per pubblicità indiretta di sostanze stupefacenti (vietata dall'articolo 84 del dpr 309/90).

In sostanza, ai quattro sarebbe stata contestata soltanto la presenza dei loro esercizi su alcuni motori di ricerca (come Cercafarmaco.it), che permettono al consumatore di geolocalizzare le farmacie in base alle proprie necessità: nel caso, acquistare preparazioni galeniche a base di cannabis terapeutica. Secondo la lettura che Nas e ministero danno del dpr 309/90, anche la sola comunicazione del servizio rappresenta pubblicità (indiretta) di sostanze stupefacenti. Un avvertimento in tal senso l'aveva lanciato anche Federfarma, appena ricevute le prime notizie sulla vicenda: «L'articolo 84 del Dpr 309/90» recitava una circolare diffusa il 1 febbraio «fa espresso divieto di propaganda pubblicitaria di sostanze o preparazioni comprese nelle tabelle previste dall'articolo 14, anche se effettuate in modo indiretto. E' quindi da ritenersi vietata la pubblicità in internet relativa a preparazioni a base di cannabis effettuata sui siti delle farmacie o su altri portali».

Le quattro farmacie si mettono subito all'opera per impugnare le sanzioni ma intanto i Nas vanno avanti e di sito in sito individuano altre tre farmacie “geolocalizzabili”. E tra aprile e metà maggio anche i loro titolari vengono sanzionati. Di qui il sospetto che nelle settimane a venire l'indagine dei Carabinieri possa riservare ulteriori aggiornamenti. Anche perché davanti ai rilievi dei militari, i farmacisti “ispezionati” hanno fatto notare che i motori di ricerca forniscono indirizzi anche quando si cercano farmacie in cui comprare morfina o altri stupefacenti: molti dispositivi di geolocalizzazione, infatti, sono collegati direttamente ai gestionali degli esercizi e discriminano automaticamente in base a quanto riportano questi ultimi. Spetterà ai giudici l'ultima parola, dato che anche le ultime tre farmacie hanno annunciato l'intenzione di fare ricorso.


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