Lavoro e professione

Piede torto, curare senza bisturi si può. A Orvieto focus sul metodo Ponseti

di Diego Bellini (ortopedico dell'ospedale di Orvieto)

Nei giorni del 24 e 25 Giugno Orvieto ospiterà per due giorni il congresso di ortopedia pediatrica sul piede torto che ho orgnizzato personalmente. È il secondo congresso nazionale della Ponseti Italia, organizzazione nata due anni fa per riunire i medici accreditati per la cura di questa patologia con il metodo Ponseti, ortopedico spagnolo che lo ha ideato. È prevista la partecipazione dei medici italiani abilitati e di professionisti internazionali. Nella seconda giornata, invece, saranno le famiglie a parlare e a testimoniare la valenza del metodo Ponseti e la loro esperienza sul campo.

Il piede torto è una patologia congenita del piede che porta a una deformità dell'arto che si presenta con l'aspetto simile ad una mazza da golf, per semplificare. La malattia colpisce i muscoli della gamba e si sviluppa come deformità durante la gravidanza intrauterina. È una patologia invalidante ma guaribile. Ovviamente va corretta il prima possibile perché andando a porre nell'asse corretto le cartilagini dei piedi si permette uno sviluppo normale dell'arto. Si può tornare alla normale funzionalità del piede anche se permangono alcune differenze nelle dimensioni, ad esempio dei muscoli. In Italia l'incidenza del piede torto è di 1 o 2 bambini ogni 1.000 nati vivi (circa 600 l'anno).

L'eziologia ha una base genetica dimostrata con studi fatta sui parti gemellari, ma ancora non conosciamo quale sia la mutazione genetica e il cromosoma coinvolto. Quello che abbiamo disponibile è l'incidenza nel mondo che vede la patologia molto più diffusa nei maschi rispetto alle femmine con un rapporto di 2 a 1. È chiaro che c'è una multifattorialità aggiuntiva perché l'incidenza cambia tra Occidente e Asia, Africa e Sud America dove i numeri indicano 8 bambini affetti da piede torto su 1.000 nati vivi. Il piede torto è una patologia molto diffusa nelle Filippine e in Africa. Tornando alle cause siamo ancora alla fase teorica, tanto che non possiamo ancora parlare con certezza di fattori di rischio, nonostante alcuni studi che tendono a legare la potenziale insorgenza del piede torto ad abitudini alimentari locali o al fumo. Ma, ribadisco, ancora non abbiamo certezze al riguardo.

Il trattamento del piede torto si è evoluto nel corso degli anni passando dai metodi chirurgici invasivi classici ad altri incruenti fino al Ponseti. Questo medico spagnolo ha ideato il metodo che porta il suo nome intorno agli anni '60 e prevede la manipolazione degli arti e dei gessetti correttivi settimanali. Alla fine del ciclo è previsto un intervento oggi ambulatoriale sul tendine d'Achille seguito poi dal mantenimento di un tutore prima per tutto il giorno, poi solo nelle ore notturne. Sicuramente il Ponseti è un metodo non invasivo e correttivo con una percentuale di pieno successo intorno al 98% dei casi curati salvo la compresenza di patologie associate come la lussazione dell'anca. Il vantaggio del Ponseti, oltre alla non invasività, sta nella mancanza di irrigidimento del piede perché non si interviene chirurgicamente. Il metodo Ponseti è divenuto di uso comune solo intorno al 2000 e in Italia nel 2005 perché i medici hanno continuato a preferire per lungo tempo l'approccio chirurgico classico che ha tempi certamente più brevi mentre Ponseti prevede una tempistica di più lungo termine.

Se il trattamento viene avviato entro la prima settimana di vita dopo due mesi è terminato tutto, ovviamente poi ci sono i controlli periodici con il tutore notturno. Oggi il metodo Ponseti è per le principali società pediatriche il metodo di prima scelta nella cura del piede torto tanto che l'intervento chirurgico classico è ormai ritenuto necessario in percentuale minima. Oggi il trattamento si può iniziare subito dopo la nascita anche perché molte famiglie arrivano alla visita già con le analisi ecografiche.

La tempestività è importante per correggere fin dall'inizio. La routine prevede il primo trattamento già a 7 giorni di vita con cadenza settimanale. Oltre alla manipolazione sono previsti 4 gessetti e un quinto dopo l'intervento ambulatoriale sul tendine d'Achille. Con quest'ultima fase si allunga il tendine, si toglie l'ultimo gessetto e si inizia con il tutore, prima per l'intera giornata e successivamente solo la notte. A questo punto il piede è corretto. Con il metodo Ponseti, dunque, gli interventi previsti sono l'allungamento del tendine in via percutanea e in caso di recidiva il transfer del tendine stesso su un altro osso del piede, sempre senza toccare le articolazioni. Questa è la differenza fondamentale rispetto all'intervento chirurgico tradizionale che prevede l'interessamento di tutte le cartilagini del piede. Sia con Ponseti che con l'intervento permane la possibile recidiva mentre con la seconda opzione in età adulta si può avere un irrigidimento del piede con possibili nuovi interventi altamente invasivi.

Bisogna chiarire due punti fondamentali: il primo che il piede torto è recidivante per tutta l'età dello sviluppo e che il ritorno della malformazione è considerata parte della patologia. Con il metodo Ponseti la recidiva è tra l'8 e il 15% mentre con le altre metodiche si arriva sino al 50%. Lo stesso Ponseti agli inizi prevedeva il tutore fino a due anni mentre oggi siamo a 4 anni. Secondo alcuni studi tenendo il tutore fino al quinto anno di età, sempre di notte, si abbassa ulteriormente la recidiva intorno al 5%. Per quanto riguarda l'età adulta non abbiamo problematiche rilevanti, tanto che pazienti curati con il Ponseti oggi giocano in Premier League. L'unica particolarità riguarda le dimensioni dei muscoli che sono meno sviluppati. Questo porta ad una minore forza ma il tutto è ovviabile con l'allenamento.

Scopo ultimo del congresso non è solamente quello di aggiornamento professionale o di incontro per le famiglie con le loro testimonianze ma soprattutto, come da statuto dell'Associazione Ponseti Italy, è quello di diffondere il Metodo Ponseti capillarmente in Italia affinchè il numero più alto possibile di ortopedici lo impari e applichi correttamente permettendo ai pazienti la completa guarigione e la possibilità di condurre una vita normale, compresa l'attività sportiva anche a livello professionistico.


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