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Rapporto Gimbe: 53 tipologie di frodi e abusi che sottraggono 5 mld alla sanità

di Red. San.

Sovra-utilizzo di servizi e prestazioni inefficaci e inappropriate, frodi e abusi, acquisti a costi eccessivi, sotto-utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie efficaci e appropriate, complessità amministrative, inadeguato coordinamento dell'assistenza. Sono queste le sei categorie principali degli sprechi in sanità che sottraggono alla nostra salute 22,51 miliardi di euro (di cui 5 mld solo per frodi e abusi). È quanto risulta dal 2° Rapporto Gimbe sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale che ha individuato una classificazione analitica di frodi e abusi in sanità che prosciugano un fiume di denaro pubblico. Si tratta di fenomeni corruttivi e comportamenti opportunistici condizionati da conflitti di interesse che non sempre configurano veri e propri illeciti.

Il 2° Rapporto Gimbe sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale – presentato il 6 giugno presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini” - ha stimato per il 2016 un impatto di 22,51 miliardi di euro di sprechi sulla spesa sanitaria pubblica.

Sulle stime relative agli sprechi non sono mancate le critiche, nonostante l'accurata descrizione della metodologia e il riferimento esplicito al report Ocse Tackling Wasteful Spending on Health che nel gennaio 2017 ha confermato che circa 1/5 della spesa sanitaria apporta un contributo minimo o nullo al miglioramento della salute delle persone.

«Il motivo principale di stupore – spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – è costituito dall'inverosimile convivenza di oltre 20 miliardi di sprechi con un finanziamento pubblico tra i più bassi d'Europa e, tutto sommato, servizi sanitari di livello elevato. Eppure, da una lettura attenta del Rapporto Gimbe si evince che gli sprechi si annidano nell'erogazione di beni e servizi e nella pianificazione e organizzazione dell'assistenza sanitaria, mentre la scure del finanziamento pubblico si è abbattuta principalmente sul personale che tra blocco delle assunzioni e mancato rinnovo di contratti e convenzioni dal 2009 rappresenta una voce di spesa stabile per il Ssn».

«La categoria di sprechi “Frodi e abusi” – spiega il presidente – secondo le nostre stime erode circa 4,95 miliardi (range da 3,96 a 5.94) di euro tramite fenomeni corruttivi e comportamenti opportunistici condizionati da conflitti di interesse, che non configurano necessariamente reato o illecito amministrativo, ovvero non sempre sono condotte perseguibili per legge. Di conseguenza, abbiamo deciso di “esplodere” in maniera analitica questa categoria per diffondere a tutti i livelli la consapevolezza che alcuni comportamenti non possono essere più accettati solo perché “così fan tutti”».

Partendo dalle iniziative istituzionali realizzate dall'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) e dall'Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC), la «Tassonomia GIMBE di frodi e abusi in sanità», integrando fonti bibliografiche internazionali, casistiche giurisprudenziali, fatti e fenomeni nazionali, ha identificato ben 53 tipologie di frodi e abusi organizzati in 9 categorie: policy making e governance del sistema sanitario, regolamentazione del sistema sanitario, ricerca biomedica, marketing e promozione di farmaci, dispositivi e altre tecnologie sanitarie, acquisto di beni e servizi, distribuzione e stoccaggio di prodotti, gestione delle risorse finanziarie, gestione delle risorse umane, erogazione dei servizi sanitari.

«Scorrendo l'elenco dei singoli fenomeni – aggiunge Cartabellotta – risulta evidente che da un lato tutti gli attori del sistema sanitario sono coinvolti (politica, management, professionisti sanitari, cittadini e pazienti), dall'altro che è difficile, se non impossibile, introdurre misure preventive per molti abusi che non rappresentano reati o illeciti amministrativi, ma sono di fatto alimentati da conflitti di interesse e/o scarsa etica professionale».

Il 2° Rapporto GIMBE ha enfatizzato il notevole impegno di Agenas e Anac che nel corso di questi hanno messo in campo diverse misure di prevenzione: dal Protocollo d'Intesa Anac-Agenas al Protocollo d'Intesa Ministero della Salute-Anac, dal Piano Nazionale Anticorruzione del 2012 poi aggiornato nel 2015 e nel 2016 e gli specifici approfondimenti, tra cui le “Linee guida per l'adozione dei codici di comportamento negli enti del Ssn” e la “Modulistica standard per la dichiarazione pubblica di interessi da parte dei professionisti del SSN”, strumenti fondamentali che se uniformemente adottati potrebbero ridurre una quota consistente di abusi non conseguenti a reati o illeciti amministrativi.

«L'Osservatorio Gimbe per la sostenibilità del Ssn – conclude Cartabellotta – ha identificato nel monitoraggio analitico di frodi e abusi una priorità per il biennio 2017-2018: in un momento particolarmente critico per la sostenibilità del servizio sanitario questo tipo di sprechi non è più tollerabile non solo per ragioni economiche, ma soprattutto etiche. Ecco perché chiediamo a tutti di contribuire attivamente attraverso la consultazione pubblica del Rapporto GIMBE aperta sino al 30 settembre».


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