Lavoro e professione

Contratto dei medici, Cimo-Fesmed: «Ripartire dalle performance»

di Ro. M.

Necessità di clausole e procedure che garantiscano l’efficacia e cogenza degli accordi, riconoscimento del ruolo del sindacato in tutti gli istituti che hanno riflesso sulla sicurezza dei pazienti e degli operatori, introduzione di un modello contrattuale che garantisca l’omogeneità di applicazione delle norme in tutte le Aziende sanitarie. Sono queste le premesse per il riavvio della stagione contrattuale contenute in una piattaforma messa a punto dalla federazione tra Cimo e Fesmed, che hanno effettuato un’analisi congiunta dei temi connessi alla riapertura del tavolo contrattuale per condividere in maniera approfondita un percorso che porti a una piattaforma unitaria e che abbia come obiettivo la valorizzazione della professione medica.

Tra le parole d’ordine sul fronte del contratto, Cimo e Fesmed ritengono si debbano prevedere solo contratti di lavoro a tempo indeterminato e a tempo determinato, limitatamente alle condizioni previste dalla legge, con l’esclusione di qualsiasi altra forma di contratto di lavoro, con particolare riferimento alle forme flessibili. E chiedono maggiore flessibilità dell’orario durante il percorso lavorativo, attraverso la revisione delle attuali norme sul part-time.

Obiettivo non più rinviabile, inoltre, «Implementare, attraverso il contratto di lavoro, un nuovo sviluppo di carriera. Occorre dare concretezza attuativa ai principi contenuti nell’articolo 22 del Patto della Salute e offrire al medico dipendente una nuova spinta motivazionale rispetto all’attuale contesto che lo vede operare in situazioni sempre più precarie e complesse ma senza alcuna prospettiva professionale». Prevedere quindi lo sviluppo della carriera attraverso la chiara definizione di percorsi rispettivamente caratterizzati da prevalente natura gestionale o da prevalente natura professionale.

Da implementare sistemi di valutazione delle competenze professionali e gestionali acquisite, fondati su indicatori di appropriatezza, processo e risultato, in una logica meritocratica, definiti a livello nazionale e integrati da indicatori regionali condivisi con le organizzazioni sindacali.

Spazio infine a norme contrattuali finalizzate alla sburocratizzazione dei processi e delle procedure operative della libera professione intromoenia, fonte reale dei lunghi tempi di attesa.


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