In parlamento

Ddl Lorenzin alla sfida delle nuove professioni sanitarie

di Rosanna Magnano

Ddl Lorenzin alle ultime battute in Commissione Affari sociali della Camera. Dopo aver archiviato il capitolo delle sperimentazioni cliniche, la XII punta ora dritto al cuore delle professioni sanitarie, tentando di sciogliere il rebus delle new entry. Martedì prossimo infatti il relatore e presidente della Commissione Mario Marazziti presenterà un emendamento all’articolo 3 sull’individuazione di nuove professioni sanitarie.

«Si riscrive in modo più chiaro come nasce una nuova professione sanitaria - spiega Marazziti - con dei criteri globali, più semplici e più chiari, prevedendo una proposta del ministero della Salute o una richiesta delle associazioni rappresentative, entro una data a un certo punto dell’anno, con una risposta entro sei mesi. Negli ultimi dieci anni qualcosa non ha funzionato per alcune nuove professioni, serve un percorso chiaro. E questa legge diventerà un punto di partenza, sarà una legge aperta per il riconoscimento delle nuove professioni sanitarie. E non una legge chiusa che lascia fuori chi non riesce a entrare. Chi c’è resta ma i criteri saranno validi per tutti».

L’individuazione di nuove professioni sanitarie, che deve essere riconosciuta su tutto il territorio nazionale, potrà avvenire in sede di recepimento di direttive comunitarie o per iniziativa dello Stato o delle Regioni, alla luce di fabbisogni di salute che non trovano riscontro in professioni già riconosciute, oppure su richiesta delle associazioni più rappresentative. Tali associazioni, secondo la proposta di emendamento, dovranno inviare un richiesta entro il 30 aprile di ogni anno al Consiglio superiore di sanità, che si dovrà pronunciare entro sei mesi.

Sul capitolo professioni, la Commissione voterà da mercoledì con l’obiettivo di chiudere i lavori entro settembre per poi portare il testo in Aula nella prima metà di ottobre.

Resta da capire come e se si risolverà il problema della concorrenza tra farmacie e parafarmacie. «Io sto lavorando per un’intesa tra i due grandi gruppi - continua Marazziti - per provare a sciogliere la confusione che c’è stata negli ultimi dieci anni. Se c’è accordo tra le due professioni potrebbe esserci un punto di svolta anche su questo, altrimenti il testo resta così com’è. Va superata la concorrenza tra le due attività attraverso la separazione dei due mondi, senza cannibalizzazioni e dando un futuro certo ai farmacisti che lavorano nelle parafarmacie, con una nuova collocazione. Quindi andrebbe riscritta la geografia delle farmacie italiane e non è una cosa semplice. Sui punti di fondo le due organizzazioni mi hanno dato un assenso. Ma il diavolo si nasconde nei dettagli».

Tra le altre partite in vista per la Commissione ci saranno a stretto giro la cannabis terapeutica e il gioco d’azzardo. «E poi vorrei vedere se c’è la possibilità di dare alcuni atti di indirizzo, una risoluzione sul fronte dell’Ictus. C’è il tema di alcune malattie sociali e quindi della prevenzione - conclude Marazziti - che abbiamo tenuto in stand by per dare precedenza ad alcune urgenze, ma ritengo che ci debba essere un atto della commissione questo autunno, con un ampio consenso».


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