Lavoro e professione

Giornata mondiale del Cuore/ Accesso a cure innovative, la svolta necessaria in cardiologia

di Francesco Fedele (presidente FIC, Federazione Italiana di Cardiologia)

In occasione della Giornata del Cuore, che si svolge oggi in tutto il mondo, la nostra Federazione pone l'accento su alcune questioni come l'accesso alle terapie cardiovascolari innovative. La cardiologia è una delle branche specialistiche di più alto impatto socio-economico. Le malattie cardiovascolari rappresentano una vera e propria epidemia, con più di 11 milioni di nuovi casi in Europa. Con oltre 200mila decessi ogni anno in Italia le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte con un costo pari al 23,5% della spesa farmaceutica italiana (1,34 del Pil).

La troppa burocrazia limita l'accesso a molte terapie, come gli anticoagulanti di ultima generazione, il nuovo farmaco per l'insufficienza cardiaca LCZ696, l'inibitore del PCSK9 per le dislipidemie, o come i nuovi dispositivi transcatetere per le valvulopatie aortiche o la correzione, sempre non chirurgica, dell'insufficienza mitralica. Le evidenze scientifiche dimostrano l'efficacia di tali presìdi nel ridurre la mortalità e la morbilità cardiovascolare. Supportati da queste evidenze, i cardiologi chiedono la semplificazione delle procedure prescrittive che dovrebbero far capo alla competenza e alla specializzazione cardiologica. C'è, poi, il tema dell'accesso alle tecnologie diagnostiche avanzate: la risonanza magnetica Cardiaca è una delle più innovative metodiche di imaging nell'ambito della diagnostica cardio-vascolare non invasiva, fornendo al cardiologo informazioni per la diagnosi e per la stratificazione prognostica del paziente. Purtroppo in Italia questi esami sono eseguiti dallo specialista di Radiologia, pur non essendoci vincoli di legge per la loro esecuzione da parte dei cardiologi, a differenza di ciò che avviene in altri Paesi dell'Unione europea dove il controllo della metodica da parte del cardiologo permette una più efficace integrazione dei dati ottenuti all'interno del contesto clinico e di indagine del paziente.

Nel mondo 26 milioni di persone sono affetti da insufficienza cardiaca e in particolare l'1, 2% della popolazione adulta nei Paesi sviluppati e più del 10% tra le persone di oltre 70 anni; il rischio a 55 anni di svilupparla durante la vita è del 33% per gli uomini e del 28% per le donne. C'è anche da sottolineare che l'insufficienza cardiaca ha un tasso di riospedalizzazione molto alto, 43,9% a un anno, un fatto che influenza negativamente sia la prognosi che la qualità di vita del paziente che negli stadi avanzati è paragonabile al paziente oncologico. In questo contesto, mentre i pazienti oncologici agli ultimi stadi beneficiano delle cure palliative, quelli cardiopatici con insufficienza cardiaca terminale hanno difficoltà ad accedere a questa possibilità di trattamento.

In un momento storico in cui le società scientifiche sono chiamate dall'Istituto Superiore di Sanità a ridefinire le linee guida cui i medici devono adeguarsi per non incorrere nella responsabilità penale, la Federazione può essere l'interlocutore del ministero della Salute con il compito di coordinare le società del settore. Nella Giornata Mondiale del Cuore è necessaria una discussione tra gli specialisti cardiologi e le istituzioni per far il punto sullo stato dell'arte di una delle branche più complesse della medicina. La presenza in cardiologia di super specializzazioni e di nuove tecnologie è senza dubbio una ricchezza che deve essere governata attraverso una sinergia culturale che abbia una ricaduta positiva sui pazienti, sulle risorse, ottimizzandole, ma anche sul piano scientifico e formativo dei nostri giovani cardiologi.


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